Gela. E’ accusato di aver dato alle fiamme la Smart utilizzata dalla sorella dell’ex collaboratore di giustizia Salvatore Cassarà. Un presunto avvertimento costato il processo al trentatreenne Fabio Russello.
Proprio l’imputato è comparso davanti al collegio presieduto dal giudice Paolo Fiore, affiancato dai magistrati Manuela Matta e Vincenzo Di Blasi. Stando ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, si sarebbe trattato di una presunta ritorsione successiva alle dichiarazioni che l’ex collaboratore avrebbe rilasciato proprio sul conto di Russello, arrestato a conclusione del blitz “Tagli Pregiati”.
Dopo la scarcerazione, l’imputato avrebbe preso di mira la giovane. “Tutto iniziò – ha spiegato in aula uno dei carabinieri che si occupò delle indagini – dalla denuncia di furto presentata proprio rispetto alla Smart. Poche ore dopo, venne ritrovata distrutta dal fuoco”. Le indagini si concentrarono su Russello a seguito delle segnalazioni arrivate anche dalla giovane.
Il legale di difesa, l’avvocato Nicoletta Cauchi, ha sottolineato come le dichiarazioni rese da Salvatore Cassarà sul conto dell’imputato, e non solo, vennero successivamente ritenute infondate dai magistrati, tanto da condurlo all’esclusione dal programma di protezione. Nel corso delle indagini, emerse il furto del telefono cellulare della giovane che sarebbe finito in possesso di alcuni conoscenti di Russello.
“Facevano parte – ha precisato il carabiniere – della cerchia di amicizie dell’imputato”. Durante l’udienza, è stata sentita un’amica della vittima che, invece, ha negato di aver mai assistito a presunte intimidazioni da parte di Russello. La prossima udienza, intanto, è stata fissata per l’11 febbraio.