Gela. Secondo i pm della procura, i redditizi affari delle società Car Luca e Lucauto per anni sarebbero stati favoriti da formule di pagamento, concesse a tanti clienti in violazione però della normativa in materia. Gli imprenditori avrebbero attuato una presunta attività finanziaria abusiva. Lo ha spiegato il pm Ubaldo Leo, durante la sua requisitoria, a conclusione del dibattimento che vede imputati Salvatore Luca, Rocco Luca, Francesco Gallo e Concetta Lo Nigro. Il magistrato, davanti al giudice Francesca Pulvirenti, ha concluso chiedendo la condanna per i quattro. Tre anni e un mese di reclusione sono stati indicati per Salvatore Luca, due anni e due mesi per Rocco Luca e Francesco Gallo, un anno e sei mesi per Concetta Lo Nigro. La lunga inchiesta partì dalla scoperta di circa mille assegni, per un valore complessivo di almeno quattro milioni di euro. Una mole economica che spinse i finanzieri ad approfondire il presunto sistema. Secondo il pm, tanti si rivolgevano al gruppo Luca sapendo di poter accedere a formule di favore per l’acquisto di auto. Dilazioni di pagamento, assegni postdatati, versamenti in nero e accessibilità anche a chi non era nelle condizioni di attivare un normale finanziamento, sarebbero stati i cardini individuati dagli inquirenti. Secondo il pm, le vetture passavano definitivamente di proprietà solo dopo il pagamento di tutte le rate. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, sono stati sentiti in aula decine di clienti della concessionaria del gruppo Luca. Secondo l’accusa, avrebbero confermato il sistema dei finanziamenti irregolari. Il legale dei quattro imputati, l’avvocato Antonio Gagliano, ha invece esaminato il contenuto delle stesse testimonianze, ma per spiegare che in realtà nessuno avrebbe mai confermato quanto sostenuto dagli investigatori. Per la difesa, le dilazioni di pagamento non possono essere considerate come finanziamenti. Non ci sarebbe stata alcuna violazione della normativa dettata dal Testo unico bancario. Si sarebbe trattato di normali rapporti commerciali, a conclusione dei quali le vetture passavano all’acquirente, senza attendere la copertura di tutte le rate. Nelle conclusioni presentate dalla difesa dei coinvolti, è stata ribadita la regolarità dell’attività svolta dagli imprenditori, che non avrebbero mai imposto condizioni differenti ai clienti, per invogliarli ad accedere alle dilazioni e ai presunti finanziamenti non autorizzati.
“Tutte le condizioni di vendita per anni sono state ampiamente pubblicizzate e il gruppo ha sempre sfruttato la comunicazione”, ha spiegato ancora il difensore. Gli imputati hanno parlato di un’attività imprenditoriale assolutamente regolare e la difesa ha richiamato la testimonianza resa da uno degli amministratori giudiziari, in passato nominato dopo un sequestro subito dal gruppo e poi revocato. Sono stati sentiti partner commerciali dei Luca, che hanno spiegato quali fossero le condizioni contrattuali applicate, escludendo anomalie e anzi descrivendo la solidità commerciale delle attività condotte dagli imputati. Due anni fa, i pm della Dda di Caltanissetta hanno mosso nuove contestazioni agli imprenditori, ritenendoli vicini ai clan locali e a quelli catanesi. Le indagini sono state chiuse, richiamate anche dal pm Leo. Sia il riesame che la Cassazione hanno contribuito all’annullamento di molti provvedimenti e al ritorno in libertà degli imprenditori. La difesa, in relazione al dibattimento appena conclusosi, ha spiegato che “non è emerso nulla di riconducibile all’ordinanza della Dda”. La decisione del giudice Pulvirenti arriverà la prossima settimana.