Gela. Tre anni fa, misero a segno un’azione di protesta contro nuove trivellazioni a largo della costa locale. Sette attivisti di Greenpeace riuscirono a raggiungere la piattaforma “Prezioso” di Enimed, arrivando ai sistemi per l’attività di prospezione e collocando striscioni contro lo sfruttamento del mare e le nuove trivellazioni. Ora, si trovano a processo. Attraverso i legali che li assistono hanno preannunciato la richiesta di oblazione, per evitare il dibattimento. Enimed, che intende costituirsi parte civile nel procedimento, si è opposta, ritenendo che quell’azione abbia messo in pericolo non solo l’efficienza dei sistemi ma anche gli operatori impegnati nelle attività in piattaforma.
Per gli inquirenti, gli imputati non avrebbero rispettato l’ordine di lasciare la piattaforma, impartito dai militari della capitaneria di porto intervenuti dopo la segnalazione. L’azione sarebbe durata per alcune ore e i sette furono successivamente identificati. Il giudice scioglierà la riserva sulla richiesta di oblazione durante la prossima udienza.