Gela. Atti finanziari, ad oggi, non se ne sono visti e in consiglio comunale c’è chi è intenzionato a capire quali possano essere le prossime tappe della crisi di bilancio del municipio. Questa volta, l’iniziativa l’hanno presa i progressisti Virginia Farruggia, Alessandra Ascia e Paola Giudice, i civici di “Una Buona Idea” Davide Sincero e Rosario Faraci e il dem Gaetano Orlando. I consiglieri che guardano al centrosinistra e appunto all’area civica, chiedono che il presidente Salvatore Sammito convochi una conferenza dei capigruppo. Anzitutto, c’è la necessità di avere tempi certi per il rendiconto 2021, dal quale emergerà l’effettivo disavanzo dell’ente comunale. “Va proposto al consiglio comunale non oltre il 30 aprile”, scrivono i consiglieri nella nota trasmessa alla presidenza. Attualmente, dovrebbe essere in fase conclusiva il riaccertamento dei residui attivi e passivi, anche se i revisori dei conti hanno chiesto chiarimenti ai settori. I sei consiglieri sono consapevoli che l’amministrazione comunale deve fare fronte non solo alla crisi finanziaria ma anche alla mozione di sfiducia, che dovrebbe arrivare in aula entro i primi giorni di maggio. Sammito ha più volte spiegato che preferirebbe anzitutto trattare gli atti finanziari e il Pef, sempre che ce ne siano le condizioni. Progressisti, civici e il dem Orlando vogliono “conoscere le intenzioni della presidenza considerato che dal 15 aprile ogni giorno è utile per convocare il consigliere e trattare la mozione di sfiducia”. Tra i sei consiglieri, solo Orlando ha firmato la mozione. La stasi attuale non li convince e si rivolgono a Sammito, che dovrà materialmente decidere quali priorità dare all’aula consiliare. Alla capigruppo, in base a quello che viene riportato nella nota, dovrà essere presente il segretario generale Carolina Ferro, che ricopre l’interim di dirigente del settore bilancio. “Si convochino tutti i componenti del gruppo misto essendo di diverse posizioni politiche”, aggiungono.
Saranno settimane decisive. I consiglieri di “Unità progressista”, i civici e il Pd, fanno capire di non voler rimanere nel limbo, con un consiglio stretto tra l’attesa degli atti finanziari e una mozione di sfiducia non ancora programmata per la discussione. Probabilmente, la capigruppo potrà dare l’occasione di sondare gli “umori” politici di tutti i partiti e non solo. Se per gli atti finanziari i tempi dovessero allungarsi ancora, la sfiducia potrebbe arrivare in aula senza altri ripensamenti.