Ati idrico, convocata l'assemblea dei sindaci ma sulla governance non c'è il via libera
Se la “geografia” dovesse essere quella strettamente d'area politica, una presidenza Di Stefano andrebbe a bilanciare quella del Libero Consorzio di Caltanissetta, andata al forzista Tesauro, e del cda della Srr4, condotto dal sindaco di Delia Bancheri
Gela. Se il grosso nodo, anche politico, intorno alla prossima governance dell'Ati idrico, potrà essere sciolto, forse non lo dirà da subito la riunione, convocata dall'attuale presidente Massimiliano Conti. Ai sindaci è pervenuta comunicazione per la prima settimana di settembre. All'ordine del giorno, però, non ci sono riferimenti diretti alla governance e quindi all'elezione del presindente. Si tratterà invece il punto legato al bilancio, che va approvato prima possibile, e Conti illustrerà la relazione di fine mandato: un excursus di quanto fatto circa gli investimenti, l'impiantistica e le reti. Il sistema idrico territoriale si è spesso contraddistinto per emergenze e disservizi. Gela, da questo punto di vista, ne è l'emblema. Man mano, la programmazione ha iniziato a porre sviluppi, seppur ci sia molto da fare. Conti ha impostato il suo mandato, in questi sei anni, principalmente sul dialogo con gli altri sindaci e con le società del ciclo idrico. Le difficoltà non sono mai mancate. Il sovrambito di Siciliacque e l'ambito di Caltaqua, certamente hanno dimostrato pecche notevoli. Per tanti, soprattutto fra gli utenti, si sarebbe dovuto affrontare il capitolo delle rescissione del contratto ma è anche vero che una mossa di questo tipo avrebbe potuto gravare in modo enorme sulle casse di Ati e Comuni. Conti è andato avanti con la programmazione e ha trovato, nella gran parte dei casi, sostegno dagli altri primi cittadini. Certamente, il sistema idrico attuale risente ancora di disservizi e di tariffe, per molti, decisamente elevate. In città, la rete idrica di Manfria, il potenziamento del depuratore di Macchitella e il sistema fognario, sempre nella frazione balneare, sono tra i punti che Conti ha voluto mettere in cima alle attività da finalizzare. Il dialogo con l'amministrazione Di Stefano c'è sempre stato, tra alti e bassi. Ora, però, il presidente, nell'ultimo scorcio della sua attività toccato dall'inchiesta della procura di Caltanissetta sul ciclo idrico, pare non intenda riproporsi per un eventuale bis e politicamente potrebbe tentare la strada delle prossime regionali. Non è ancora così chiaro l'identikit di chi ne prenderà il posto. Più volte, si è fatto richiamo al sindaco Di Stefano, che peraltro è alla testa del Comune più grande di tutta la provincia. Se la “geografia” dovesse essere quella strettamente d'area politica, una presidenza Di Stefano andrebbe a bilanciare quella del Libero Consorzio di Caltanissetta, andata al forzista Tesauro (sindaco nisseno), e del cda della Srr4 (società che sovraintende il sistema rifiuti), condotto dal primo cittadino di Delia Bancheri. Come abbiamo indicato in più occasioni, molto passa dagli umori interni al centrodestra provinciale, che ha i numeri per eventualmente eleggere un presidente dello stesso colore ma probabilmente pecca quanto all'accordo, che pare difettare. Molte strategie possono ancora definirsi. La convocazione formalizzata da Conti, senza il punto legato alla governance, potrebbe essere una scelta da riferire alla necessità di tastare ancora di più il polso della situazione politica. Oltre alla casella del nuovo presidente, si dovrà sbarrare a breve quella del direttore generale, altra figuara che manca da tempo a un'Ati, da consolidare.
In foto il sindaco di Niscemi Conti (presidente Ati)
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