Gela. “Sicuramente, c’è stato un problema all’interno del Partito Democratico e credo che si debba lavorare per superare ogni incomprensione. Ci sono stati due candidati. Qualcuno ha deciso di non fare un passo indietro”.
“Problemi da risolvere nel Pd”. Il neo presidente del consiglio comunale Alessandra Ascia non nasconde le tante incertezze che hanno anticipato l’arrivo in aula consiliare dove si teneva la votazione. “Adesso – ammette – mi è stato assegnato un ruolo di garanzia e sarò il presidente di tutti”. La sua è stata una corsa voto a voto con il compagno di partito Antonino Biundo e con il grillino Vincenzo Giudice. Un voto in meno per la Ascia, alla fine ne ha ottenuti undici, e uno in più per Giudice o Biundo, con nove voti, avrebbero significato una presidenza del consiglio diversa, a favore del candidato più anziano. “Spero che Alessandra Ascia – dice Carmelo Casano del Megafono – riesca veramente ad aggregare. Ha ottenuto undici voti che non sono quelli della coalizione di centro sinistra. I veri problemi sono all’interno del Pd”. Sono state ore frenetiche quelle trascorse tra i banchi consiliari. “Spiace perdere per un solo voto – ammette il democratico Antonino Biundo – devo comunque prendere atto che sul mio nome è confluita buona parte della coalizione dei centro sinistra”.
Il “valzer” d’aula. Alessandra Ascia, alla seconda votazione, è passata soprattutto grazie all’appoggio “last minute” dei due consiglieri di Reset Luigi Di Dio e Francesca Caruso e dei neo forzisti Salvatore Scerra e Crocifisso Napolitano. Tra le fila di Un’Altra Gela è stato Salvatore Sammito ad optare per il neo presidente a differenza dei colleghi, fermi nell’appoggiare Vincenzo Giudice. Sia il gruppo che si rifà all’ex candidato Giuseppe Di Dio che quello di Pino Federico, quindi, hanno comunque optato per la candidatura democratica della Ascia. Su Antonino Biundo, invece, sono confluiti soprattutto i voti della coalizione. Non solo il Pd ma anche almeno due esponenti di Gela Città e tre del Megafono. Un puzzle di voti che avrebbe potuto garantire altre sorprese. Il democratico Vincenzo Cirignotta, fino alla fine, ha cercato di canalizzare su di sé l’eventuale appoggio di Un’Altra Gela, Reset e Forza Italia. “I problemi sono emersi in tutti i gruppi in consiglio comunale – dice il consigliere del Polo Civico Guido Siragusa – alla fine, Movimento 5 stelle e Un’Altra Gela non sono riusciti a far passare il loro candidato perché sono venuti a mancare dei voti. Il candidato di centro sinistra, quindi, è stato in grado di assorbire preferenze anche nell’altro schieramento. Mi pare, peraltro, che il centro sinistra si sia pienamente ricompattato durante la votazione del vice presidente Maria Pingo che ha ottenuto più voti del presidente. Non dimentichiamo che sul nome della Ascia c’era un accordo politico sponsorizzato da Giuseppe Arancio e Giuseppe Gallè”.
“Questa è vecchia politica”. Gela Città, invece, sembra aver gradito ben poco il valzer d’aula. “Noi – dice il consigliere Giovanni Panebianco – fin dal primo momento, abbiamo chiesto una candidatura unica al Pd e agli alleati. Questo non si è verificato. Alessandra Ascia è stata eletta con i voti di gruppi politici che nel percorso elettorale non hanno mai avuto a che fare con il nostro progetto. Questa è vecchia politica che non ci piace per nulla”. Fermi su una candidatura a cinquestelle sono stati, invece, i consiglieri del movimento. “La nostra scelta, data l’assenza di una candidatura univoca – spiega il consigliere Simone Morgana – è ricaduta su un esponente del movimento. Vincenzo Giudice aveva tutte le carte in regola per diventare presidente del consiglio. Comunque, bisogna subito mettersi al lavoro superando tutte queste tattiche da aula. La Ascia mi pare un’espressione di garanzia”.
Le commissioni elettorali. Intanto, la commissione elettorale titolare sarà composta da Giuseppe Guastella del Megafono, Vincenzo Giudice del Movimento 5 stelle e Anna Comandatore di Un’Altra Gela. I supplenti saranno Salvatore Gallo, Giuseppe Ventura e Salvatore Sammito.