Gela. Per sei anni ha guidato la procura, che lascia ad inizio anno per raggiungere quella di Marsala. Il procuratore capo Fernando Asaro ha voluto salutare il tribunale e la città in maniera semplice. Magistrati, forze dell’ordine, avvocati e funzionari del presidio, si sono riuniti per dare un contributo all’ultimo giorno di servizio sul territorio. “Non lascio dei colleghi ma degli amici – ha detto Asaro – ricordo il mio arrivo in questa città difficile. C’era un solo sostituto. Fui io a chiedere di essere trasferito a Gela. Ci siamo messi al lavoro. Ho sempre lavorato per fare in modo che ci fosse la massima autonomia da qualsiasi eventuale interferenza interna ed esterna”. Asaro ha ricordato l’attività della procura e di tutti i pm che ne hanno fatto parte o continuano ad essere in servizio nel presidio. I sostituti Marco Rota e Mario Calabrese hanno posto l’accento “sull’umanità” dimostrata da Asaro nei rapporti e nella sua attività. Il presidente del tribunale Roberto Riggio ha ricordato che fu proprio il procuratore ad invogliarlo a fare domanda per il presidio cittadino. “Ci sono magistrati e magistrati – ha detto invece il presidente della sezione penale Miriam D’Amore – Asaro ha dimostrato di essere un magistrato che sa vedere oltre”.
Il questore Emanuele Ricifari ma anche tutto il personale amministrativo hanno voluto rimarcare quanto fatto da Asaro e da una “procura sempre attiva”. Sotto la guida del procuratore, sono state diverse le indagini condotte non solo su quelli che sono i capisaldi di una certa criminalità locale, come la droga e le armi, ma anche concentrando molta attenzione sulla pubblica amministrazione e su anomalie e irregolarità riscontrate nei gangli decisionali e non solo.