Caltanissetta. L’inchiesta nissena che ha svelato l’esistenza di una vera e propria organizzazione criminale, composta da cittadini pakistani, porta ulteriori elementi per arrivare alla verità sull’omicidio di un altro cittadino pakistano, il bracciante Adnan Siddique. Si era ribellato al caporalato e allo sfruttamento imposto dai suoi stessi connazionali. I vertici della Cgil regionale e della Flai provinciale preannunciano la costituzione di parte civile, qualora si arrivasse a processo.
“Esprimiamo grande soddisfazione per le dodci ordinanze di custodia cautelare eseguite nelle notte da polizia di Stato e dai carabinieri di Caltanissetta nei confronti di altrettanti soggetti per associazione a delinquere finalizzata al reclutamento e allo sfruttamento di manodopera, alle estorsioni, al sequestro di persona, alle rapine, alle lesioni aggravate, alle minacce, alla violazione di domicilio, alla violenza o minaccia per costringere a commettere un reato. In tale contesto, apprendiamo, è maturato l’omicidio di Adnan Siddique lo scorso giugno, per essersi ribellato ai suoi caporali – dicono Ignazio Giudice e Giuseppe Randazzo – è stato ucciso un uomo, un lavoratore, un cittadino. Lo sfruttamento esiste in ogni settore merceologico, dall’edilizia all’agricoltura, dal terziario al settore della plastica e metalmeccanico. Il no alla violenza deve essere coeso, forte, significativo e la Cgil dice no rivendicando il diritto alla verità e chiedendo giustizia. Ribadiamo anche in questa occasione che la Cgil si costituirà parte civile al processo. Adnan merita giustizia”.