Gela. Lascia il carcere e verrà sottoposto agli arresti domiciliari. I giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta hanno accolto le richieste avanzate dalla difesa di Ignazio Di Pietro. A febbraio, insieme ad un parente, era stato arrestato dai carabinieri del reparto territoriale. Nel corso di un blitz, all’interno di un ovile, vennero sequestrate due pistole, un fucile, munizioni e l’impugnatura di un altro fucile. Tutte armi clandestine con matricola abrasa. Scattarono le manette per Ignazio e Carmelo Di Pietro. Difesi dall’avvocato Francesco Enia, hanno subito respinto le accuse, anche davanti al gip. Carmelo Di Pietro è stato scarcerato, già con provvedimento del giudice delle indagini preliminari. Si sarebbe trovato nell’ovile solo per sostituire un parente nelle attività di mungitura del bestiame. Fermo confermato, invece, per Ignazio Di Pietro.
Le armi sequestrate dai carabinieri. Il difensore, però, ha impugnato il provvedimento e, adesso, i giudici del riesame hanno disposto i domiciliari. Stando alla difesa, quelle armi, trovate nell’ovile di contrada Piana del Signore, erano state nascoste in un’area accessibile a tutti, senza la certezza che fossero riconducibili ad Ignazio Di Pietro. L’indagato ne ha sempre escluso il possesso. La procura, con il pm Luigi Lo Valvo, ha invece chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere. I magistrati nisseni hanno accolto le istanze della difesa e le motivazioni verranno rese note solo nei prossimi giorni.
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