Gela. Dopo il blitz dei carabinieri dello scorso agosto, i fratelli Emanuele e Giovanni Susino si sono rivolti alla Corte di Cassazione. I militari, in una rimessa nella zona di Roccazzelle, hanno trovato mezzi da lavoro (ritenuti di probabile origine furtiva) ma anche munizioni, un caricatore e una pistola calibro 7,65. La rimessa, in base alle accuse, sarebbe riconducibile proprio ai due indagati, che si trovano ancora agli arresti domiciliari. Proprio per questo motivo, i difensori, gli avvocati Antonio Gagliano, Giuseppe Nicosia e Vittorio Giardino, hanno deciso di chiedere un provvedimento favorevole ai giudici romani. Contestano il verdetto emesso dai giudici del riesame di Caltanissetta, che hanno confermato i domiciliari.
Per i difensori, invece, non ci sarebbero elementi certi per collegare i fratelli Susino alle armi ritrovate nell’area finita al centro dei controlli condotti dai carabinieri. Le indagini sono attualmente in corso.