Gela. Per i pm della Dda di Caltanissetta, avrebbero favorito le organizzazioni mafiose del territorio, custodendo armi che i carabinieri trovarono un anno fa in un casolare, in contrada Piana del Signore. E’ stato aperto il dibattimento nei confronti del romeno quarantacinquenne Aurelian Badiu e del marocchino venticinquenne Yussef Aroru, entrambi braccianti agricoli. Dovranno rispondere alle accuse davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Marica Marino e Silvia Passanisi). Vennero arrestati insieme al quarantenne Alessandro Antonuccio. Per gli inquirenti, avrebbero avuto la disponibilità del casolare e delle armi. Antonuccio, per questi fatti, negli scorsi mesi è stato condannato a quattro anni di reclusione. Nei suoi confronti però è caduta la contestazione del metodo mafioso e anche quella relativa alla droga che i carabinieri trovarono nel corso delle perquisizioni (i pm della Dda avevano chiesto la condanna a dodici anni di detenzione).
Durante i controlli, sotto sequestro sono finite le armi e le munizioni, oltre ad una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa. I due imputati pare abbiano fatto perdere le loro tracce, violando le misure impostegli durante la fase delle indagini. In ogni caso, verranno giudicati dal collegio e sono difesi dall’avvocato Luisa Campisi. L’accusa è sostenuta dal pm della Dda Elena Caruso.