Gela. La scorsa settimana, da Eni hanno fatto sapere dell’avvio della prima fase di produzione del progetto per il gas “Argo-Cassiopea”. E’ l’investimento principale successivo al protocollo di intesa di dieci anni fa, che sancì la riconversione della raffineria di contrada Piana del Signore. Consentirà alle casse comunali di arrivare a consistenti fondi a titolo di royalties. Intorno all’investimento per il gas, si sono accesi gli interessi del fondo di private equity Carlyle che ha acquisito gli asset nel settore detenuti dalla società Energean, compreso il quaranta per cento proprio in “Cassiopea”. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha dato il proprio assenso. E’ un’operazione che ha coinvolto altri investimenti nell’esplorazione e produzione, non solo in Italia ma anche in Croazia e in Egitto. Per l’Antitrust, come si legge nel bollettino settimanale, “l’operazione in esame non ostacola in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e non comporta la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante”. Proprio l’autorità garante aveva comunicato l’avvio di una verifica.
Al termine, è stato deciso che non ci sarà nessuna istruttoria. Energean, nel 2020, concluse un accordo per ottenere Edison Exploration&Production spa e sue partecipazioni nel settore esplorazione e produzione di idrocarburi (olio e gas naturale), comprese quelle in “Cassiopea”. L’accordo riguardò appunto il quaranta per cento che Energean detiene nel giacimento a mare di Eni. La verifica favorevole dell’Antitrust pare spianare la strada verso il subentro del fondo Carlyle. In base alle informazioni rese pubbliche, ammonterà fino ad un massimo di 945 milioni di dollari l’enterprise value di quest’ultima acquisizione (comprensiva della partecipazione in “Cassiopea”), realizzata da Carlyle International Energy Partners.