Gela. “Sì alla mobilitazione, ma solo con politici che amano la nostra terra”. Il segretario confederale dell’Ugl Andrea Alario è tra quelli che condivide le preoccupazioni sui ritardi per il rilascio della proroga Via della base gas di Eni. “Un progetto innovativo e dirompente, che consoliderebbe la presenza di una grande multinazionale sul territorio – dice – dando ossigeno al bisogno di posti di lavoro, la cui carenza è un fattore endemico della nostra realtà industriale. Siamo consapevoli che questo è insufficiente e da solo non basta a rilanciare lo sviluppo dell’intera area, ma sarebbe comunque il segno di un’inversione di tendenza rispetto alla smobilitazione percepita da tutti. Non dimentichiamo che a rischio ci sono le royalties”. Ad oggi, però, non ci sono risposte dal ministero e le sigle della triplice hanno indetto una manifestazione, a Roma, per il prossimo 11 dicembre.
Alario, come ha fatto anche nel corso di confronti nazionali avviati dall’Ugl, ribadisce la sue pesanti critiche verso la politica, che non starebbe gestendo al meglio una procedura, ritenuta fondamentale sul fronte del lavoro. “Non possiamo più lasciare il territorio in mano a gente che lo ha utilizzato come bancomat per attingere voti – conclude – non possiamo accettare che qualsiasi progetto destinato a Gela svanisca nel vuoto. Area di crisi complessa, Patto per il Sud, porto, infrastrutture, strade, non possono essere cancellati. Il territorio ha bisogno di un futuro certo, un futuro di crescita, di rilancio alternativo di un’industria ecosostenibile e del rilancio turistico”. A questo punto, anche l’Ugl sembra pronta a lanciare una mobilitazione più massiccia.