Area di crisi, proroga in scadenza ad ottobre: nuovo sollecito dal sindaco, attesa per riscontri

 
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Gela. Sulla carta, la scadenza è fissata ad ottobre. La proroga infatti non pare prevedere ulteriori prolungamenti. L’area di crisi e l’accordo di programma, legati alla riconversione della fabbrica Eni, ad oggi segnano risultati decisamente in rosso. La quasi totalità delle risorse, circa ventidue milioni di euro, non è mai stata utilizzata. Un unico progetto, con il primo avviso di Invitalia, è riuscito a vedere la luce. Dovevano essere strumenti istituzionali per favorire investimenti alternativi a quelli di Eni. Non si è visto nulla di tutto questo. Il sindaco Terenziano Di Stefano ha appena inoltrato nuovamente la nota di sollecito, indirizzata anzitutto alla Regione, per avere un incontro e capire quali sviluppi potranno esserci. Ad ottobre, si rischia il taglio dei fondi mai attivati per i progetti di sviluppo? A Palazzo di Città, il sindaco pare escluderlo ma servono appunto garanzie in Regione e a livello ministeriale. Il senatore Pietro Lorefice, che a luglio ha incontrato la giunta dopo l’interrogazione proposta al governo nazionale proprio sul tema dell’area di crisi locale, si è rivolto pure alla presidenza della Repubblica, nel tentativo di aprire un varco. Con il governo è stato molto critico. Intorno all’area di crisi locale, che annovera oltre venti Comuni, sono stati registrati ritardi e inefficienze.

Come ha precisato Lorefice, “su dodici richieste di finanziamento di progetti imprenditoriali, sette sono state scartate oppure oggetto di rinuncia da parte delle imprese stesse. Delle cinque rimanenti, soltanto una è stata ammessa, per un finanziamento di 987mila euro. In sostanza a più di un anno dal lancio del secondo avviso di Invitalia, finora è stato messo a terra solo il 4,5 per cento dello stanziamento complessivo per l’area di crisi di Gela”. L’esponente M5s ha parlato inoltre di “una situazione inaccettabile”. Di Stefano attende riscontri sia da Palermo sia da Roma. In entrambi i casi, i fondi destinati all’area di crisi locale sono stati sempre confermati, seppur decisamente sottostimati, ma senza una nuova proroga tutto potrebbe diventare inutile.

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