Area di crisi, proroga scade ad ottobre: interrogazione Lorefice, ci sarà risposta governo

 
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Lorefice in aula insieme al gruppo grillino

Gela. L’area di crisi, con un totale di poco meno di venticinque milioni di euro ancora a disposizione, rischia di diventare una delle grandi incompiute? Ad oggi, sviluppi veri e propri non se ne sono visti, ad eccezione dell’unico progetto arrivato a conclusione, per la produzione del ciclo del packaging. Di recente, gli uffici regionali hanno confermato la disponibilità della quota di propria competenza, ovvero dieci milioni di euro. Si aggiungono alle somme disposte dal governo nazionale, per poco meno di quindici milioni di euro. Dovrebbero servire a finanziare investimenti alternativi a quelli di Eni. L’area di crisi ha come capofila Gela ma ricomprende altri ventuno Comuni, su diverse province. La dotazione finanziaria non è mai stata rimpinguata. Il secondo avviso per la selezione di progetti risale allo scorso anno, “sponsorizzato” dal governo regionale. Attualmente, non sono stati dati riscontri sull’esito. Sulla base di dati rilasciati in un report di Invitalia, risalente al dicembre 2023, sono undici le richieste per finanziamenti volti ad avviare attività sul territorio. Cinque sono state indicate come “non ammesse”, sei sono invece in fase di “valutazione”. A Palazzo di Città si sa ben poco di eventuali sviluppi. In Senato, il grillino Pietro Lorefice ormai da anni segue le vicende dell’area di crisi. Ha avanzanto interrogazioni, più di una volta. La prossima settimana è prevista, in commissione industria, la risposta del governo. Lorefice ha insistito per una trattazione pubblica e attraverso i canali interni sarà poi possibile valutare l’esito delle indicazioni che verranno fornite. L’attuale proroga, concessa con un atto integrativo, scadrà ad ottobre. Mancano conclusioni ufficiali sulle proposte di investimento accolte. Il sindaco Terenziano Di Stefano e l’assessore Filippo Franzone hanno avuto un confronto, in settimana, proprio con il senatore Lorefice.

Il primo cittadino, che da assessore ha focalizzato la propria azione amministrativa proprio sulla scia dei programmi di finanziamento, è eventualmente pronto ad inoltrare solleciti ufficiali ai ministeri competenti. Nessuno vuole perdere i fondi dell’area di crisi al pari di quelli delle altre linee di finanziamento.

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