Area di crisi, accordo di programma in scadenza: nuova riunione del gruppo di coordinamento

 
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Gela. Il termine ultimo dell’atto integrativo di due anni fa cade esattamente oggi. Come abbiamo già riportato, l’accordo di programma per l’area di crisi complessa è in dirittura d’arrivo ma senza aver generato gli investimenti ipotizzati. Sia dal Ministero delle imprese sia dagli uffici regionali, nelle scorse settimane, hanno fatto sapere che l’intenzione è di rinnovare questo strumento, che ha ancora “in pancia” non meno di ventuno milioni di euro, da destinare ad investimenti alternativi a quelli di Eni. La prossima settimana, torna a riunirsi il gruppo di coordinamento e controllo. L’amministrazione comunale, attraverso il sindaco Di Stefano e l’assessore Franzone, ha già partecipato alla riunione tenutasi in settembre. Il tavolo della prossima settimana potrebbe dare contezza effettiva del rinnovo e delle condizioni per le proposte di investimento. Dopo due avvisi coordinati da Invitalia, solo un progetto ha visto la luce. Nel secondo step ancora in essere sono “cinque le proposte in istruttoria” e una ha ottenuto tutti i sì per il finanziamento. Per il resto, nient’altro. Il senatore Pietro Lorefice, interrogando il governo nazionale, sollevò una forte denuncia contro i ritardi e le troppe disfunzioni della legge 181 che detta le regole per la concessione degli stanziamenti. Il sindaco Di Stefano, a sua volta, ha parlato di un territorio lasciato al proprio destino, senza neanche uno sportello locale per le imprese interessate ad investire.

Il parlamentare Ars Salvatore Scuvera, che insieme ad una delegazione composta anche dagli industriali di Sicindustria ha incontrato il ministro Adolfo Urso, ha dato garanzie per il rinnovo e per la prosecuzione dell’accordo di programma, sulla carta esteso ad oltre venti Comuni dell’area di crisi ma con risorse finanziarie comunque non così ampie. Per non perdere il treno degli stanziamenti coperti con fondi del governo nazionale e della Regione, sarà necessario il rinnovo dell’accordo, cercando di renderlo veramente alla portata del territorio e di una “finestra” concreta di sviluppo.

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