Area crisi, tavolo si sposta in Regione: Franzone, "in sede ministeriale insisteremo su infrastrutture"

L'intenzione di tutte le parti, compresi sindacati e organizzazioni datoriali, è di non perdere questa scia che garantirebbe fondi per investimenti in un'area, fino a questo momento, legata quasi esclusivamente alle iniziative imprenditoriali di Eni

27 ottobre 2025 13:17
Area crisi, tavolo si sposta in Regione: Franzone, "in sede ministeriale insisteremo su infrastrutture" -
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Gela. Un confronto in Regione e uno, probabilmente, anche in sede ministeriale. La vicenda dell'area di crisi locale, con fondi ancora fermi per circa venti milioni di euro, verrà affrontata sicuramente a Palermo. Lo ha confermato il dirigente Dario Cartabellotta, presente alla riunione odierna, in municipio, coordinata dall'assessore Filippo Franzone, che insieme al sindaco Terenziano Di Stefano ha ripreso l'intero dossier dell'area di crisi e dell'accordo di programma. Dovevano essere strumenti istituzionali in grado di aprire a investimenti alternativi a quelli di Eni. A oggi, solo un progetto è andato a buon fine e nel cassetto rimangono non meno di venti milioni. L'intenzione di tutte le parti, compresi sindacati e organizzazioni datoriali, è di non perdere questa scia che garantirebbe fondi per investimenti in un'area, fino a questo momento, legata quasi esclusivamente alle iniziative imprenditoriali di Eni. "Ci sono riscontri sia dalla Regione sia dal ministero - spiega Franzone - questi sono segnali importanti. L'amministrazione continuerà a portare avanti questo capitolo, fondamentale per gli investimenti". Non c'erano referenti di Invitalia, che si occupa delle procedure per le istanze di investimento. C'è ancora poca chiarezza sulle proposte in essere. "Vanno comunque definite, sia in senso favorevole sia nel caso di respingimento - aggiunge Franzone - da Invitalia ci è stato comunicato che si attende una convocazione ministeriale". Le parti concordano sul fatto che l'intera procedura per gli investimenti necessita di "maggiore flessibilità", dato che la normativa alla base, fin dall'inizio, è parsa assai lenta e rigida quanto ai parametri di accesso. Al tavolo di oggi, anche il senatore Pietro Lorefice, che da tempo porta avanti iniziative istituzionali, nel tentativo di avere riscontri sull'area di crisi, direttamente dal governo nazionale, contestando le mancanze della Regione. I ritardi non sono mancati e pesano. Il fondo da venti milioni, seppur insufficiente quanto alle esigenze dell'area locale, è un obiettivo che potrebbe dare alternative concrete rispetto a Eni. "In sede ministeriale, soprattutto - conclude Franzone - cercheremo di avere più certezze sulle infrastrutture, previste nell'accordo del 2014".

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