Gela. I tempi si sono dilatati ben oltre il dovuto. Il rinnovo dell’accordo di programma per l’area di crisi complessa scade il prossimo ottobre ma non si intravedono troppi passi in avanti. Nelle scorse settimane, il senatore Pietro Lorefice ha presentato un’interrogazione, rivolta al Ministero delle imprese e del made in Italy (quello che è stato il Ministero dello sviluppo economico). Ha ripetuto l’iniziativa di sindacato ispettivo anche in nona commissione. Il parlamentare vorrebbe avere riscontri precisi sulle proposte avanzate per accedere al fondo da circa venti milioni di euro, da suddividere in iniziative imprenditoriali da avviare nelle aree locali. Stando ai dati più aggiornati, sono undici in totale le istanze presentate. Cinque sono state bocciate e per sei invece l’istruttoria è ancora in corso. Il senatore ha cercato di avere ulteriori riscontri ma Invitalia, che si occupa di questa fase, ha fatto sapere che i dati possono essere rilasciati solo al ministero e “ai soggetti che hanno presentato domanda”. L’area di crisi e l’accordo di programma, esiti delle intese per la riconversione della fabbrica Eni, a circa un decennio di distanza dalle firme non hanno mai veramente assicurato gli investimenti alternativi a quelli della multinazionale, che avrebbero dovuto rafforzare il tessuto economico locale, evidentemente debole.
L’entià dei fondi non ha mai convinto, visto che l’area di crisi ricomprende oltre venti Comuni, con Gela capofila. La Regione, nelle voci di bilancio per l’anno in corso ha confermato lo stanziamento da dieci milioni di euro. Il resto spetta al ministero. I tempi però stringono e di investimenti neppure una traccia, ad eccezione dell’unico insediamento produttivo autorizzato con questo percorso, quello per la realizzazione del ciclo del packaging: risale però al primo bando. Lorefice, nell’interrogazione, conclude chiedendo lumi al ministro su “quali azioni intenda intraprendere per assicurare che le risorse stanziate per il rilancio dell’area di crisi industriale complessa di Gela vengano utilizzate nel migliore dei modi e assicurando al territorio tempestive e reali opportunità di sviluppo”.