Gela. Ritardi, troppi, e procedure per i finanziamenti che spesso sbattono contro il muro della politica e della burocrazia. L’accordo di programma e l’area di crisi complessa dovevano essere le soluzioni per il rilancio del tessuto economico locale, dopo la riconversione green. I venticinque milioni di euro sbloccati dal governo e dalla Regione, invece, sono rimasti quasi del tutto inutilizzati. Poco prima di fine anno, il Ministero dello sviluppo economico ha pubblicato il nuovo bando per l’area di Venezia. Per Gela, invece, tutto fermo, probabilmente in attesa di riprogrammare i fondi. Neanche l’intervento di Invitalia ha consentito di far giungere a destinazione finanziamenti, comunque già rivolti solo a progetti di aziende con dotazioni di capitali piuttosto elevate. Un appello ai rappresentanti istituzionali della città lo fa il consigliere di “Libera-mente” Vincenzo Casciana, che presiede la commissione consiliare affari generali. “In un momento storico critico, nel quale c’è la necessità di sostenere concretamente le azioni di rilancio industriale delle nostre aziende in questa persistente fase di crisi pandemica, è necessario realizzare piani di investimento in grado di fronteggiare i nuovi scenari economici e sociali che si stanno configurando. L’area di crisi è complessa e altrettanto lo è la risposta. Per questo i tempi si sono dilatati. Purtroppo, non ci sono ancora i termini temporali giusti per l’apertura dei bandi e l’assegnazione dei finanziamenti. Come mai a distanza di tanto tempo non si dice ancora quali siano i tempi e quando saranno pubblicati i bandi regionali? Ci sono ancora 20 milioni disponibili e ad oggi non si è ancora fatto nulla. Un nuovo bando da parte del Mise – dice – darebbe un’opportunità in più alle imprese garantendo prospettive di sviluppo, sostenendo processi di re-industrializzazione, promuovendo la realizzazione di una o più iniziative imprenditoriali nell’area di crisi complessa di Gela con l’obiettivo di rafforzare il tessuto produttivo locale e attrarre nuovi investimenti, destinati anche a salvaguardare i livelli occupazionali, stimolando la ripresa del tessuto produttivo in settori strategici. Per la città, sarebbe un fatto importante lo sblocco del bando regionale per la presentazione delle domande di contributo per le unità produttive presenti nell’area di crisi industriale e in particolare per le micro, piccole e medie imprese in forma singola o associata. Elemento importante per azionare l’obiettivo prioritario di rilanciare il territorio attraverso la promozione di nuovi investimenti produttivi, la riqualificazione di attività economiche esistenti, la rioccupazione di personale espulso dal mercato del lavoro. Rilanciare un’area, come quella gelese, che ha subito negli ultimi anni la perdita di molti posti di lavoro per effetto della chiusura del gruppo industriale, era l’obiettivo alle origini del riconoscimento della complessità dell’area, per far sì che venisse garantita l’attivazione di risorse e di strumenti sinergici utili a favorire e sostenere la riconversione e la riqualificazione, oltre la crescita occupazionale”.
Casciana si rivolge a Roma, ma anche alla Regione, nel tentativo che qualcosa si sblocchi. “Mi rivolgo ai nostri rappresentanti nel Pd e nel Movimento cinquestelle, al senatore Pietro Lorefice, per la sua parte, all’onorevole Giusi Bartolozzi di Forza Italia, che deve la sua posizione al contributo in termini di voti che il popolo gelese ha dato quando è stato chiamato a fare delle scelte. Mi rivolgo ai nostri deputati regionali, tutti per la loro parte – aggiunge – affinché spingano al fine di velocizzare le attività di istruttoria, pur nelle difficoltà legate alle note vicende sanitarie. Il tempo è la variabile che incide maggiormente sul percorso. Spingano, affinché si faccia presto. In questo modo, garantirebbero nuovi processi di sviluppo economico e occupazionale per contrastare il gap di un territorio, colpito dalla crisi. Gli incentivi per nuove infrastrutture che accrescano la capacità produttiva e la competitività sono un forte segnale per aziende e imprese del nostro Comune. In tutti questi anni la politica nazionale ha spesso promesso che il sud sarebbe stato messo nelle stesse condizioni del nord, ma non è stato così. E’ una realtà insopportabile. Le risorse stanziate per Gela devono essere tutte impegnate, non possiamo permetterci che chi si è proposto nel corso del tempo cambi strategie”. La caccia ai finanziamenti, in questo periodo, è una delle poche strade per far confluire fondi pubblici destinati allo sviluppo economico. Senza un intervento rapido nelle stanze romane e palermitane, anche l’area di crisi e l’accordo di programma potrebbero trasformarsi nell’ennesimo buco nell’acqua, in una città che ad oggi fa fatica ad uscire dalle sabbie mobili di una crisi perenne.