Gela. “L’apertura del sindaco a tutto il consiglio comunale? E’ giusta e doverosa. Anzi, sono convinto che andasse fatta prima anche su temi diversi dalle misure correttive”. Il presidente del civico consesso Salvatore Sammito è consapevole che le prossime saranno scadenze cruciali, a partire da quella proprio per i correttivi richiesti dalla Corte dei Conti. “Quello del sindaco è un gesto doveroso, che andava fatto – aggiunge il presidente – vuole cercare di avere il più ampio consenso”. Sammito si trova a fronteggiare tappe non certo semplici, al pari di quelle che si sono poste sul cammino dell’amministrazione comunale. Non ci sono solo le misure correttive. Il piano economico finanziario per il servizio rifiuti non è per nulla una pratica di routine. “Devo dire che gli atti non sono ancora pervenuti alla presidenza – continua – la Srr4 ha provveduto a trasmettere il Pef da circa una ventina di giorni. Gli uffici comunali dovrebbero accelerare anche perché il ruolo dei consiglieri non è quello di limitarsi a prendere atto o di dire sì a prescindere. L’aula deciderà su come votare. Se la finalità di questo Pef porterà la città ad essere più pulita, ben venga. Io sarò il primo a sposarlo e farò il mio dovere, indipendentemente dalla collocazione di maggioranza o di opposizione. E’ comunque un atto politico”. Sammito, nonostante un rapporto politico con il sindaco Lucio Greco fatto anche di alti e bassi, ha continuato a mantenere il patto elettorale. Fu il più suffragato nella lista ispirata dall’avvocato. Sulla sfiducia, della quale da qualche settimana si è ripreso a discutere nel fronte di opposizione, non pare riporre troppe aspettative.
“La deliberazione delle Corte dei Conti – conclude – cambia tutto. La sezione di controllo l’ha trasmessa anche al consiglio, per il tramite del presidente. Ci sono precise incombenze. Della sfiducia so che si è discusso. Penso che alla luce della novità della deliberazione dei giudici, la mozione non ha più motivo di esistere. Il consiglio comunale è stato tutto avvisato e presentare una mozione di sfiducia, in una situazione di questo tipo, non mi sembra una soluzione. Se fosse stata presentata prima della deliberazione della Corte dei Conti, forse avrebbe avuto più senso. Ora, sarebbe poco giustificabile perchè la Corte dà degli impegni precisi”.