Gela. Hanno chiesto misure alternative alla detenzione in carcere, contestando le accuse mosse nei loro confronti dai pm della procura e dai carabinieri del reparto territoriale, che hanno messo a segno il blitz “San Giuseppe”. A presentare ricorso ai giudici del tribunale del riesame di Caltanissetta sono stati Emanuele Murana ed Elena Ciubotaru (attualmente detenuti in carcere), ritenuti le menti di un’organizzazione che avrebbe sottratto patrimoni ingenti ad alcuni anziani della città. Un sistema imperniato su badanti di fiducia, controllate direttamente dagli indagati.
Gli avvocati Maurizio Scicolone e Giuseppe D’Alessandro, che rappresentano i due indagati, hanno presentato i rispettivi ricorsi. La procura, per il tramite del procuratore capo Fernando Asaro, invece, ha proposto ulteriori atti a sostegno della linea d’accusa e di quanto ricostruito con l’inchiesta. Negli ultimi giorni, ha lasciato il carcere un altro indagato, il diciannovenne Daniel Ciubotaru, trasferito ai domiciliari (difeso dall’avvocato Nicoletta Cauchi).