Negli ultimi 30 anni è stato registrato un notevole aumento delle allergie alimentari in età pediatrica…
M. è una bambina di 3 mesi. La mamma non ha più il suo latte da darle e le ha somministrato del latte vaccino da circa 15 giorni. Visto che la bambina piange continuamente, ha coliche gassose, rigurgiti e comparsa di macchie rosse sulla cute, la fa visitare dal suo pediatra…
Latte vaccino: E’ il primo allergene in causa nei lattanti. Si verifica con l’introduzione del latte vaccino nella dieta e tende in genere a scomparire tra il secondo e terzo anno di vita, permanendo solo molto raramente. E’ una reazione avversa verso una o più proteine ??del latte (solitamente la caseina o la ?–lattoglobulina del siero di latte) mediata da uno o più meccanismi immunitari. Le reazioni più comuni sono quelle mediate dalle IgE che compaiono entro pochi minuti, la maggior parte entro un’ora, a seguito dell’ingestione di piccole quantità di latte vaccino. Le manifestazioni sono di varia gravità e coinvolgono la pelle, il tratto respiratorio, il tratto gastrointestinale e il sistema cardiovascolare. In questi casi occorre sostituire il normale latte vaccino con un latte in “formula terapeutica”, cioè modificato nella composizione.
F. è un bambino di 11 mesi che con grande gioia della mamma “mangia di tutto” e non ha mai avuto alcun disturbo alimentare. Da circa due mesi prende il tuorlo d’uovo alla coque. Da qualche settimana va comparendo qualche episodio di orticaria, del vomito, della diarrea e anche sintomi respiratori con rinorrea e respiro sibilante…
Uovo: Ampiamente consumato in differenti modi, l’uovo di gallina, sorgente importante di proteine e di lipidi, è introdotto nella nostra alimentazione intorno all’età di 9 mesi. Fino all’età di 15 anni è la principale causa di allergia alimentare (35% dei casi). L’allergia si manifesta fin dalle prime somministrazioni e, in genere, dopo 30 minuti dall’assunzione. La sintomatologia più frequente è data da orticaria, angioedema, reazioni gastrointestinali e sintomi respiratori. La cottura riduce l’allergenicità. E ciò vale anche per gli alimenti che possono contenere uova come torte e biscotti. L’allergenicità dell’uovo diminuisce meglio con una cottura a secco, cioè al forno.
Siamo nel periodo natalizio e S. sta giocando a tombola con i suoi cugini. Un contenitore con noci, noccioline e arachidi passa dall’uno all’altro. Improvvisamente S. ha prurito, diviene rosso in viso, gli manca l’aria…
Arachidi: L’allergia compare solitamente in età pediatrica e può persistere tutta la vita. E’ data dai semi di arachidi (noccioline americane). Oltre che essere consumati crudi o tostati, vengono utilizzati in vari prodotti dietetici. Si può essere allergici anche a vari tipi di noci, alle noci brasiliane, alle mandorle e alle nocciole. La sintomatologia è varia: orticaria, prurito, disturbi gastrointestinali, sintomi oculari e respiratori.
G. aperto l’uovo di cioccolato e conosciuta la sorpresa, mentre i grandi sono indaffarati in cento cose, si mette da parte e comincia a consumare l’uovo…”ma quant’è buono!” e durante la giornata ne consuma ancora. Improvvisamente ha dolori di stomaco e prurito in tutto il corpo…
Cioccolato: E’ un ottimo alimento per un utile apporto energetico (da dare quando si praticano sport), facilmente digeribile (se è di buona qualità). E’ un alimento ipercalorico e favorisce l’obesità infantile. Meglio non promuovere fin dalla più tenera età cattive abitudini che poi è difficile correggere. A volte il consumo di cioccolato può dare allergie con disturbi gastrointestinali e orticaria. Meglio evitare anche i prodotti più complessi con l’aggiunta di mandorle, nocciole o cereali che a loro volta possono dare allergie. La scelta migliore per i bambini è il semplice cioccolato al latte, più sano e digeribile I pediatri sconsigliano di dare cioccolato a bambini al di sotto dei due anni, poiché il loro fegato e i reni non sono ancora abbastanza maturi per poter smaltire alcuni componenti.
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Questi sono alcuni alimenti che più frequentemente danno allergia nei bambini.
Non è raccomandato eliminare un alimento quando l’allergia all’alimento specifico non è stata dimostrata, perché l’eliminazione di alcuni alimenti dalla dieta di un bambino non è priva di rischi nutrizionali per la crescita. Per dimostrare una allergia a un alimento specifico sono utili i test cutanei detti “prick test”. E’ una metodica molto attendibile, eseguibile a qualsiasi età, di rapida esecuzione e sicura. Per alcuni alimenti occorre una periodica rivalutazione.
Se un bambino che soffre di allergia alimentare frequenta la scuola materna o primaria fornita di mensa scolastica è accortezza del genitore avvisare gli insegnanti dell’allergia, così da evitare qualsiasi assunzione alimentare non sicura per il bambino nel corso delle ore scolastiche.
Dottor Antonino Bianca Pediatra
http://www.studiomedicobianca.it