Allarme Sicindustria e Legacoop: "Tutte le aziende dell'indotto sono a rischio default"
Gela. Lo stop prolungato dei lavori in raffineria, legato alla protesta in strada che da tre settimane viene condotta dagli operai della Turco Costruzioni, sta mettendo in difficoltà l’intero sistema...
Gela. Lo stop prolungato dei lavori in raffineria, legato alla protesta in strada che da tre settimane viene condotta dagli operai della Turco Costruzioni, sta mettendo in difficoltà l’intero sistema. A ribadirlo sono i rappresentanti di Sicindustria e Legacoop, le due organizzazioni datoriali degli imprenditori dell’indotto Eni. “Tutte le aziende dell’indotto di Gela sono a rischio default – scrivono in una nota ufficiale – e’ improrogabile il rientro immediato in raffineria per evitare di mettere ulteriormente in difficoltà le aziende. Il rischio sarebbe quello della perdita del posto di lavoro per i lavoratori che da molti anni sono la forza delle imprese”. Per gli imprenditori, quindi, la protesta prolungata potrebbe generare nuovi tagli.
“A fronte degli sforzi che ogni impresa sta sostenendo e sostiene ogni giorno – dicono gli imprenditori – il blocco degli accessi non consente alle imprese di contabilizzare i lavori già realizzati e di effettuare le lavorazioni per le quali ognuna di esse ha effettuato investimenti, acquisti di materiali, noleggi di attrezzature e che giustificano il mantenimento in organico dei propri dipendenti. Il futuro delle aziende è legato a doppio filo con quello dei lavoratori e il rischio reale è che entro questa settimana il numero dei licenziamenti salga da trentacinque unità a diverse centinaia”. Intanto, Eni ha comunicato il fermo dei lavori della green refinery, almeno fino al rientro in fabbrica degli operai. “Raffineria ha comunicato alle imprese – concludono – di sospendere tutti i lavori di costruzione della raffineria green fino al perdurare dell’impossibilità dell’accesso in fabbrica”.
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