Gela. Al congresso provinciale dei metalmeccanici della Uilm, c’erano praticamente tutti, dagli imprenditori di Sicindustria e Legacoop al vicesindaco Simone Siciliano passando per i vertici locali di altre sigle sindacali, come il segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice. Quasi a voler dire, “la crisi la sentiamo pure noi, eccome”. Il segretario provinciale della Uilm Nicola Calabrese è stato chiaro, “non bastano gli impegni ma servono investimenti concreti per evitare il deserto dell’industria locale. Negli anni, anche la politica ha sottovalutato questi temi”. Al suo fianco, i riferimenti regionali della Uil e della Uilm, il confederale Maurizio Castania, il segretario generale Silvio Vicari, il segretario regionale Salvatore Pasqualetto e Vincenzo Mudaro della Uil di Caltanissetta-Enna. Troppi gli impegni disattesi. Un protocollo di intesa che non ha garantito la ricollocazione di tutti i lavoratori in raffineria e nei cantieri Enimed, un’area di crisi complessa che non decolla, l’incertezza sui soldi a disposizione. Davanti al presidente di Sicindustria Rosario Amaru’, Giovanni Salsetta di Legacoop ha confermato che l’Eni è ancora uno dei pochi appigli economici del territorio.
“Eni paga le aziende…lo Stato no e mi riferisco, solo per fare un esempio, ai ritardi di Anas”. Uno spaccato di assoluta incertezza emerso anche bel corso dell’intervento del rappresentante di Confesercenti Rocco Pardo. Calabrese, nella sua relazione, ha ribadito che i lavoratori locali non possono vivere di ammortizzatori sociali e che quindi è essenziale un cambio di marcia. “Stato e Regione – ha spiegato il vicesindaco Simone Siciliano – devono decidere. Devono prendere una decisione sui soldi da destinare agli investimenti sul territorio. Per questa ragione, ho scelto di convocare tutti i sindaci dei comuni che rientrano nell’area di crisi complessa. Noi abbiamo operato non con finalità personali ma solo per il rilancio di un’area con enormi potenzialità e le richieste di insediamento non mancano”. Anche dal congresso dei metalmeccanici della Uilm, quindi, esce l’ennesimo quadro a tinte decisamente poco rassicuranti.