Gela. In aree rurali dove manca quasi del tutto l’acqua, a causa di dighe e sistemi di fornitura troppo spesso al palo, non sono solo gli agricoltori locali a patire. Anche gli operatori del Consorzio di bonifica fanno fatica ad andare avanti. I dipendenti della struttura, ormai da qualche anno assorbita nel Consorzio della Sicilia occidentale, da tempo non riescono più ad avere retribuzioni ed emolumenti, entro le scadenze fissate. I ritardi ammontano a diversi mesi e lavorare nelle campagne sta diventando quasi impossibile. La dotazione e i mezzi vengono ritenuti non idonei. Sono tante le emergenze che si stanno sommando e martedì prossimo i lavoratori si riuniranno in assemblea. Le organizzazioni sindacali faranno il punto della situazione. L’iniziativa, dopo altri mesi di fortissime difficoltà, è stata assunta dalla Flai-Cgil. Manca un confronto diretto con la direzione, ormai dislocata a Palermo, e anche dalla Regione non arrivano riscontri. I lavoratori, che prestano servizio per il Consorzio locale ormai da decenni, temono anche per il loro futuro più immediato. Senza stipendi e con ritardi preoccupanti, non ci sono certezze. In assemblea, si cercherà di fare il resoconto e le prospettive non sembrano per nulla confortanti.
Sembra quasi che ci sia una tendenza a dismettere da parte dei vertici del Consorzio, mentre un intero territorio, con un comparto agricolo tra i più importanti della Regione, è ostaggio dell’assenza cronica di acqua ma anche di servizi, che in queste condizioni gli operatori del Consorzio fanno fatica a garantire. I lavoratori sono tra i pochi presidi nelle campagne locali e vogliono essere messi nelle condizioni di operare, nel rispetto di tutte le garanzie e dei contratti.