Alberi abbattuti quando non si dovrebbe, Farruggia: "Manca corretta gestione verde"
Gela. Una gestione rivedibile. E’ quella del verde pubblico da parte del Comune, almeno secondo il consigliere comunale Virginia Farruggia. In più occasioni, l’esponente pentastellata ha chiesto chiar...

Gela. Una gestione rivedibile. E’ quella del verde pubblico da parte del Comune, almeno secondo il consigliere comunale Virginia Farruggia. In più occasioni, l’esponente pentastellata ha chiesto chiarimenti all’amministrazione comunale, a partire dall’uso di 300 mila euro delle compensazioni Eni, destinati al verde. Negli ultimi giorni, sono ripresi gli interventi per abbattere alberi, ritenuti pericolosi. L’assessore al decoro urbano Giuseppe Licata ha parlato almeno di trecento alberi da abbattere, prevedendo comunque delle nuove piantumazioni. Una ricetta che convince poco il consigliere Farruggia. “Dopo una finta apertura per la gestione sostenibile del verde in città, ieri pomeriggio un altro pino all’interno di una scuola è stato abbattuto. Abbiamo più volte parlato dei benefici del verde pubblico urbano e del ruolo didattico che assolve all’interno delle scuole, ma questa amministrazione se da una parte dice di voler cambiare il volto della città, utilizzando addirittura i fondi residui delle compensazioni Eni per la realizzazione di nuove aree verdi per riqualificare i quartieri più periferici; dall’altra, nonostante il tentativo di programmazione – dice – dimostra di non saper gestire affatto il verde ad oggi esistente e del tutto non curato. Continuiamo a vedere in giro per la città verde non potato e alberi che non andrebbero potati, perché la loro specie non lo richiede, completamente rovinati nella chioma, per non parlare di quelli abbattuti senza neanche valutarne probabilmente il reale stato di salute o di pericolo per l’incolumità pubblica. Altri che realmente rappresentano un pericolo sono ancora lì indisturbati. La stessa amministrazione ricorda però che “l’abbattimento è consentito in ottemperanza a leggi statali o regionali; quando l’albero sia ammalato e la sua conservazione risulti impossibile; quando, per cause naturali o per interventi inadeguati effettuati in passato, risulti aver irrimediabilmente compromesso il proprio normale sviluppo vegetativo”. La grillina, già due mesi fa, ha chiesto di poter effettuare un accesso agli atti, anche per individuare la destinazione finale del legname. Ad oggi, non ha avuto un riscontro.
“Sarebbe interessante sapere dove va a finire la legna degli alberi abbattuti, considerando che ad oggi non vi è stata data evidenza della tracciabilità. Ho inoltrato richiesta di accesso agli atti nel mese di luglio, che non ha avuto alcun riscontro, provvederemo a fare un sollecito, così da poter avere evidenza di quanto si stia facendo in merito al bene comune tra i più importanti dei nostri centri urbani. Ci auguriamo – conclude – che questa amministrazione decida innanzitutto di adempiere agli obblighi previsti dalla legge n.10 del 2013, piuttosto che continuare ad agire in regime di emergenza, senza, forse, le dovute giustificazioni”.