Gela. Il parere è favorevole e conclude la procedura autorizzativa in capo al ministero, attraverso la direzione generale valutazioni ambientali. La bioraffineria Eni di contrada Piana del Signore potrà immettere nel ciclo per alimentare la produzione gli oli esausti di frittura, i cosiddetti Uco. I tecnici della commissione istruttoria per l’autorizzazione integrata ambientale hanno analizzato l’istanza avanzata dai manager Eni e rilasciato un parere favorevole. La modifica proposta all’Aia, rinnovata due anni fa, è “non sostanziale”. L’introduzione nel ciclo di alimentazione dei processi produttivi di used cooking oil non varia nessuno degli aspetti portanti del sistema di raffineria. Nelle quattordici pagine del parere vengono analizzati tutti gli aspetti salienti e si conclude definendo la variazione proposta, appunto come “non sostanziale”. In precedenti passaggi di verifica era già stato espresso “giudizio favorevole di compatibilità ambientale all’utilizzo come materia prima del ciclo bio di produzione di biocarburanti”. “L’intervento di miglioramento non prevede una variazione nella tipologia e quantità dei biocarburanti prodotti, che quindi rimarranno invariati. La modifica consisterà nella possibilità di sostituire una quantità pari al massimo delle cariche di seconda generazione attualmente autorizzate in ingresso all’impianto di Degumming (400.000 t/a) con il rifiuto Uco”, viene riportato nel parere. Il progetto era già in atto da tempo e il management di Eni aveva spesso fatto richiamo alla possibilità di introdurre gli oli esausti da frittura. Non sarà intaccata la quota fissata con l’Autorizzazione integrata ambientale (per un totale di 816.000 t/a). La frazione di Uco è destinata all’impianto Btu, il cuore del processo produttivo dei carburanti sostenibili. Viene escluso qualsiasi impatto di tipo ambientale al pari di eventuali emissioni non in linea con la normativa. Il progetto più complessivo avanzato dalla multinazionale non prevede solo la carica degli Uco per il Btu ma anche la realizzazione del sistema biojet per la produzione di carburanti sostenibili da destinare al settore dell’aviazione e nel sito di Piana del Signore sono in atto gli interventi messi in cantiere. Gli oli esausti di frittura (UCO–rifiuto speciale non pericoloso codice europeo “EER 200125–Oli e grassi commestibili”) rientrano nella lista verde di cui al regolamento (CE) n. 1013/2006”, è riportato nel parere. “La modifica proposta manterrà intatta la massima capacità di cariche grezze trattabili, pari a 816.000 t/a, ma prevede la possibilità di utilizzare un diverso rapporto fra le stesse, in modo di avere maggior flessibilità nella loro acquisizione e consentire un maggior utilizzo di rifiuti, delle tipologie autorizzate Via (Soa, Tallow, Ruco ed Uco)”, si legge inoltre nelle conclusioni della commissione. “Poco significative” risultano le emissioni in atmosfera. Il via libera ministeriale è accompagnato dai canonici punti che riassumono le prescrizioni da attuare anche se non si delineano “effetti negativi e significativi sull’ambiente”.
Nel sito di raffineria il cronoprogramma degli investimenti definito con il protocollo di intesa del 2014 continua a mantenere un ritmo che consente di avviare gli impianti del sistema della bioraffinazione. Tra le altre priorità rientra l’investimento sul gas “Argo-Cassiopea”, anche in questo caso con lavori in corso. A livello regionale, sempre rispetto al ciclo Uco, gli uffici tecnici rilasciarono le opportune autorizzazioni all’azienda Ecorigen proprio per un impianto di trattamento degli oli di cottura esausti, così da rigenerarli e destinarli al processo produttivo della green refinery.