Gela. L’addio del Pd? Dovuto anche “al clima di incertezza e di tensione che una parte dell’opposizione ha cercato di alimentare con ricorsi che ci hanno legato le mani e hanno messo sotto scacco, bloccandola, un’intera città”. All’indomani del benservito politico che i dem gli hanno notificato in municipio, il sindaco Lucio Greco chiama in causa anche il drappello di opposizione per dare una spiegazione al divorzio. I dem, per settimane, hanno chiesto risposte su almeno tre punti, la riunione di maggioranza, la rimodulazione delle deleghe e una cabina di regia politica. L’attesa non poteva durare all’infinito e ieri il segretario cittadino Peppe Di Cristina e l’ormai ex assessore Grazia Robilatte si sono congedati, dicendo addio al patto dell’”arcobeleno”. Greco, invece, parla di una scelta non dovuta a “motivi gravi o a divergenze insuperabili”. “Non si è registrata una rottura insanabile, ma ci sono state certamente delle incomprensioni”, ribadisce. Se da un lato affibbia una pesante responsabilità politica all’opposizione; dall’altro, nonostante l’addio plateale dei democratici, lascia la classica porta aperta. Perdere l’appoggio di un partito di governo è stato un colpo che probabilmente non si attendeva e così ipotizza un eventuale ripensamento democratico, che non pare all’ordine del giorno, nella lista delle cose da fare del partito locale.
“Si va avanti con la determinazione di sempre – conclude – con l’obiettivo di risolvere i problemi della città e se in futuro, risolte alcune questioni attualmente in sospeso, ci dovessero essere le condizioni di un riavvicinamento, da parte nostra le porte del dialogo con il Pd saranno sempre aperte”. L’uscita del Pd dalla giunta e dalla maggioranza rende palesi le difficoltà che in un anno hanno attraversato le stanze di un’amministrazione comunale che si muove sempre sul filo di incastri politicamente poco “naturali”.