Acque reflue affinate per le campagne, vertice in Regione: “Si può arrivare a fase start-up”

 
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Gela. La fase di start-up ha tutte le condizioni per essere concretizzata. Questa mattina, in Regione, c’erano le parti coinvolte nel processo tecnico e istituzionale che può condurre alla partenza vera e propria del sistema delle acque reflue affinate, da destinare principalmente al comparto agricolo. L’amministrazione comunale sta insistendo molto sul punto e ha ottenuto il tavolo odierno. C’erano gli assessori Giuseppe Arancio e Filippo Franzone, il consigliere comunale dem Giuseppe Fava, i parlamentari regionali M5s Nuccio Di Paola e Angelo Cambiano, il presidente Ati Massimiliano Conti e ancora i riferimenti di Eni, Caltaqua, Asp, dipartimento regionale acqua e rifiuti e dell’azienda privata titolare dell’impianto all’interno di raffineria. Il costo complessivo per far arrivare le acque affinate alle vasche Settefarine e Badia si aggira intorno al milione e mezzo di euro. “La copertura finanziaria c’è”, viene spiegato a conclusione del tavolo. Sarà necessaria una relazione dei rischi da redigere sulla base della disciplina in materia e inoltre a gestire il sistema dovrà essere Caltaqua, in quanto già riferimento del ciclo idrico locale. Una soluzione che consenta di far affluire le acque affinate nelle aree rurali locali sarebbe un toccasana per l’intero comparto che soffre enormemente per l’assenza di fonti idriche certe. Le dighe a scartamento ridotto non aiutano. A breve, il confronto tra le parti proseguirà e entro le prossime settimane verrà condotto un sopralluogo per valutare l’impianto e tutto ciò che sarà connesso.

Il ciclo della depurazione urbana dovrebbe essere la vera fonte per alimentare il sistema. Si verificherà la portata effettiva. Il collegamento dovrebbe essere favorito da una condotta già esistente di proprietà di Siciliacque, che pare destinata a fare appunto da passaggio delle acque verso le vasche di accumulo. Lo ha ribadito il dirigente regionale Dario Cartabellotta. “Siamo relativamente soddisfatti – fanno sapere Arancio e Fava – ci saranno degli adempimenti da fare ma vorremmo concludere in pochi mesi”. La posizione è condivisa dall’assessore Franzone, che a sua volta segue la vicenda. “Notiamo disponibilità da Eni, Ati e Caltaqua – aggiungono gli assessori Arancio e Franzone e il consigliere Fava – la tutela del comparto agricolo, la sostenibilità ambientale e un’industria compatibile, sono fattori per noi determinanti. Ambiamo alla bandiera blu per le nostre coste e per le acque”. Da anni, gli agricoltori chiedono una svolta, stanchi di convivere con una precarietà dettata principalmente dall’assenza di fonti idriche.

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