Gela. L’acqua sarebbe stata regolarmente sottratta dai canali autorizzati del Consorzio di Bonifica, finendo negli invasi artificiali di tanti imprenditori agricoli locali. Durante le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Mario Calabrese, sono emersi costati episodi di furto, almeno in base a quanto sostengono gli investigatori. Sono dodici i coinvolti, che dovranno presentarsi a processo il prossimo ottobre. Avrebbero sottratto ingenti quantitativi d’acqua, incanalandoli negli invasi artificiali, a servizio delle loro aziende. Ci sarebbe stata anche la loro mano, quindi, dietro alla carenza idrica, che ormai da tempo si è abbattuta sulle campagne locali, favorita da un sistema di dighe, che segna il passo e non consente forniture costanti. Gli invasi artificiali degli imputati, compresi i titolari di due aziende locali di ingrosso d’ortofrutta, avrebbero invece sempre avuto a disposizione l’acqua, che per gli investigatori veniva rubata. Le indagini si sono concentrate anche su imprenditori agricoli che, pur avendo a disposizione invasi artificiali sempre ben forniti, non risultavano titolari di utenze per la fornitura dal Consorzio di bonifica.
L’acqua non gli sarebbe mai mancata. Gli approfondimenti, in diverse aree rurali della città, sono stati condotti principalmente tra il 2017 e il 2018, favoriti da un’emergenza idrica sempre costante. Uno degli imputati avrebbe ottenuto acqua, disponendo di una derivazione abusiva direttamente dalla diga Disueri. Un presunto sistema illecito che dovrà essere provato, davanti ai giudici del tribunale.