Gela. Un’imputata è stata sentita, questa mattina, davanti al gup del tribunale. Ha respinto ogni addebito, escludendo casi di assenteismo. Gli unici motivi per i quali usciva dalla struttura dell’ospedale “Vittorio Emanuele” concernevano la necessità di raggiungere altri servizi sempre di Asp in città. “Solo per ragioni lavorative”, avrebbe riferito. Le accuse riguardano appunto presunti casi di assenteismo, con dipendenti Asp (amministrativi e medici) che avrebbero timbrato in ingresso per poi allontanarsi dal posto di lavoro. I poliziotti del commissariato collocarono telecamere per monitorarli. Il gup Roberto Riggio ha intanto chiesto alla procura un’integrazione di indagine rispetto ai sistemi per il rilevamento delle presenze. Inoltre, i pm che seguono il procedimento hanno proceduto a definire l’entità effettiva del presunto danno patito da Asp, che come fatto rilevare dalle difese ammonterebbe a cifre decisamente esigue. L’azienda sanitaria ha deciso di costituirsi parte civile.
Davanti al gup, rispondono alle accuse Carmelo Mosca, Angelo Rizzo, Giuseppe Sinatra, Antonio Grasso, Nunzia Piazzardi, Carmelina Cassarà, Vincenzo Cascino, Olindo Agati, Daniela Di Gregorio, Maria Scicolone, Massimiliano Giarrizzo, Carmelo Mancuso, Daniela Nicoletti, Massimo Bellone, Emanuela Pace, Giovanna Cafà e Concetta Salviccio. In fase di riesame, vennero revocate le misure che erano state disposte per alcuni dei coinvolti. Venne meno l’obbligo di firma e i vertici dell’azienda sanitaria revocarono la sospensione dal servizio. In aula, si tornerà a febbraio. Gli imputati sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Filippo Spina, Riccardo Balsamo, Antonio Gagliano, Vittorio Giardino, Angelo Urrico, Rosario Giordano, Giusi Ialazzo, Giuseppe Simonetti e Maria Lucia Vicari.