PALERMO (ITALPRESS) – Una riflessione collegiale sui rischi di un’alimentazione non corretta, che può manifestarsi sia per difetto (malnutrizione clinica e indigenza) sia per eccesso (obesità) e che alla luce delle crisi internazionali e delle disomogeneità geografiche tuttora irrisolte diventa ancora più urgenti da affrontare. La cornice è villa Malfitano, dove si sono confrontati numerosi esperti insieme a rappresentanti della Regione e del ministero della Salute.L’incontro si inserisce in un insieme di appuntamenti, il cui obiettivo è raccogliere elementi in vista del documento programmatico che verrà presentato a gennaio agli Stati generali della nutrizione, individuando criticità, strumenti di prevenzione e soluzioni possibili contro i problemi alimentari. La raccolta di informazioni è coordinata tra i Tarsin, i tavoli sulla sicurezza nutrizionale presenti in otto regioni più le province autonome di Trento e Bolzano, e il documento di gennaio detterà le linee guida ai sistemi sanitari delle singole regioni.Particolare la situazione della Sicilia che, pur presentandosi come la culla di un modello nutrizionale di importanza globale qual è la dieta mediterranea, presenta gravi difformità all’interno del territorio regionale e discrepanze con i territori del nord Italia. “Vorremmo garantire servizi nutrizionali quanto più efficienti possibile, mentre per ora sono a macchia di leopardo: è giusto che tutti i cittadini siciliani abbiano equità di accesso a questi servizi e queste cure – sottolinea Daniela Segreto, dirigente dell’Ufficio speciale della comunicazione per la salute presso la Regione, – La dieta mediterranea da sola non può bastare, anche in considerazione dell’alto tasso di obesità che colpisce la popolazione pediatrica”.Tuttavia, come evidenzia il direttore dell’Ufficio nutrizione del ministero della Salute Giuseppe Plutino, la peculiarità della dieta mediterranea è “la garanzia di una longevità maggiore, che la rende un modello in tutto il mondo alla pari solo della dieta giapponese. E’ chiaro però che lo stile alimentare deve andare di pari passo con lo stile di vita: una cattiva alimentazione può comportare un aumento del 30% circa dei tempi di ricovero”. Un rischio maggiormente presente al sud, con rischi per la popolazione sia domiciliata che ospedalizzata, legato per Plutino al fatto che “intere aree risultano prive di servizi legati alla nutrizione clinica”.Quest’ultima costituisce una branca della medicina dedicata alla prevenzione e alla cura delle alterazioni metaboliche che si verificano in conseguenza di patologie acute e croniche: le principali conseguenze delle forme di malnutrizione sono costituite dalla perdita di peso e di massa muscolare e da un aumento delle complicanze della malattia di base, con risposte meno efficienti alle cure e rischi più alti di andare incontro alla morte. Un tema delicato sul quale, secondo il presidente di Sinuc-Tasin Maurizio Muscaritoli, serve un cambio di passo a livello comunicativo e accademico: “Alle ottime campagne di sensibilizzazione non corrisponde una formazione adeguata dei giovani medici: il rischio è cadere nella trappola di internet, dove spesso si trovano messaggi molto pericolosi per la salute. Un medico non deve avere solo una preparazione adeguata sulla nutrizione clinica, cosa che qualsiasi università dovrebbe garantire, ma anche essere in grado di distinguere le notizie vere da quelle false”.La formazione degli specialisti deve, secondo il dirigente responsabile dell’ospedale San Martino di Genova Samir Sukkar, “concentrarsi non solo sull’aspetto farmacologico ma anche su quello comportamentale. Serve inoltre una figura specialistica focalizzata sull’obesità, che oggi in Italia non può essere messa in secondo piano, dal momento che abbiamo il 50% di persone in sovrappeso e il 10-12% di queste con obesità vera e propria”. Un valore aggiunto che a livello nazionale si configura rispetto al resto d’Europa è per Sukkar “l’attenzione alla scienza dell’alimentazione, sulla quale mi aspetto un cambio di passo in ambito continentale per la grande importanza che questo settore riveste”.
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