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A Milena esistono degli insediamenti ineguagliabili | Ecco come si chiamano e perché stupiscono

Scopri gli insediamenti rurali unici di Milena che raccontano la storia e la cultura di una comunità siciliana resiliente.

A cura di Redazione
20 giugno 2025 19:00
A Milena esistono degli insediamenti ineguagliabili | Ecco come si chiamano e perché stupiscono - Immagine di fantasia
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Milena, un piccolo comune della provincia di Caltanissetta, custodisce un patrimonio urbanistico e culturale unico: le "robbe". Questi insediamenti rurali, nati tra il XVII e il XIX secolo, rappresentano una forma di organizzazione abitativa e sociale profondamente legata alla storia agricola e feudale del territorio. Le "robbe" non sono solo testimonianze architettoniche, ma raccontano la vita, le tradizioni e l'evoluzione di una comunità che ha saputo adattarsi e resistere nel tempo.

Le origini delle "robbe": tra feudi e comunità rurali

Le "robbe" di Milena hanno origine nei feudi di Milocca e San Biagio, territori che fino alla fine del XIV secolo formavano un unico feudo. Con la donazione del feudo di Milocca al Monastero di San Martino delle Scale nel 1363, iniziò un periodo di decadenza, ma anche la nascita di nuovi insediamenti. Per incentivare la manodopera agricola, il monastero concedeva terre in affitto, permettendo ai contadini di costruire abitazioni vicino ai campi. Questi nuclei abitativi, spesso formati da gruppi parentali, prendevano il nome dalla famiglia o dal soprannome dei primi abitanti, come la "Robba Mantiuna" o la "Robba Farcuna".

Le "robbe" erano organizzate attorno a corti irregolari, con abitazioni costruite in muratura a sacco, utilizzando pietre locali e calce. Le case erano spesso a due piani: il piano terra destinato a stalle e magazzini, il piano superiore ad abitazione. Questa struttura rifletteva un modello di vita comunitario, dove il lavoro agricolo, la vita familiare e le relazioni sociali si intrecciavano quotidianamente.

L'evoluzione urbana: da "robbe" a villaggi

Nel 1928, l'amministrazione comunale di Milena decise di riorganizzare il territorio, raggruppando le numerose "robbe" in tredici villaggi e un centro urbano. I villaggi furono denominati con nomi ispirati a personaggi e fatti storici nazionali, come Vittorio Veneto, Cavour, Garibaldi, Mazzini, mantenendo però nella parlata locale il termine tradizionale di "robba".

Questa riorganizzazione non cancellò l'identità delle "robbe", che continuarono a rappresentare un elemento distintivo della cultura e della memoria collettiva di Milena. Ancora oggi, nonostante l'espansione edilizia e i cambiamenti sociali, le "robbe" sono riconoscibili e testimoniano un passato fatto di lavoro, solidarietà e resilienza.

Curiosità: la casa-museo della "robba ranni"

Una delle "robbe" più significative è la "Robba Ranni", oggi sede di una casa-museo che conserva e racconta la storia di questi insediamenti. La struttura, con il suo doppio sistema di scale esterne e gli ambienti interni originali, offre ai visitatori un'immersione nella vita quotidiana delle comunità rurali di un tempo. La casa-museo è un esempio tangibile di come le "robbe" siano non solo patrimonio architettonico, ma anche culturale e identitario.

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