Quarantaduenne ferito a colpi di pistola, arrestato giovane: "Preoccupano le tante armi"
L'arma non è stata ancora ritrovata e l'indagine è in corso, "anche per individuare il complice"
Gela. È un diciannovenne, Samuele Romano, il giovane arrestato per gli spari dello scorso 16 agosto, a poca distanza dalla villa comunale. Per la procura e per i carabinieri, come hanno spiegato il procuratore capo Salvatore Vella, il sostituto procuratore Fabrizio Furnari e il colonnello dei carabinieri Marco Montemagno, è stato lui a fare fuoco, "con una rivoltella", contro il quarantaduenne Emanuele Cauchi. L'arma non è stata ancora ritrovata e l'indagine è in corso, "anche per individuare il complice". Il movente sarebbe da legare "a futili motivi". Romano avrebbe avuto un diverbio, "forse per ragioni di rivalità sentimentali", con il figlio minorenne di Cauchi. Il ferito è stato raggiunto da almeno cinque colpi di pistola, soprattutto a una coscia e all'addome. Romano è detenuto in carcere, a seguito di convalida del gip del tribunale. "Un vero e proprio agguato", è stato riferito. Cauchi ha voluto un chiarimento. Si sarebbe presentato con un manganello. Il giovane arrestato ha fatto fuoco, inizialmente nascosto dietro a un'auto. "Cauchi non ha collaborato, anzi è andato via dall'ospedale per poi farvi ritorno a causa delle ferite", ha indicato il colonnello Montemagno. Romano e il complice erano con il volto coperto da caschi. Un settantacinquenne si è trovato nella traiettoria degli spari e solo per una casualità non è stato colpito. "Siamo preoccupati per la facilità con la quale un giovane, incensurato, possa procurarsi un'arma", ha riferito il procuratore Vella. Cauchi lavora e vive nel nord Italia. Romano è accusato di tentato omicidio, lesioni e del possesso di arma. "Si è presentato dai carabinieri solo dopo aver saputo che lo cercavamo", è stato riferito.
In foto, il procuratore Vella, il colonnello Montemagno e il pm Furnari
14.7°