Gela. Dovrebbe tenersi il prossimo 25 settembre l’inaugurazione ufficiale della nuova green refinery di Eni. Gli impianti, entro fine mese, potrebbero iniziare a produrre a pieno regime. Ci sono stati ritardi rispetto alla tabella di marcia, inizialmente indicata dai manager del cane a sei zampe, e inoltre sono state necessarie verifiche tecniche piuttosto approfondite. Da quanto emerge, anche se la data non è ancora stata confermata ufficialmente, dovrebbe tenersi un incontro istituzionale, con inviti a tutte le autorità cittadine e regionali. La green refinery è uno dei principali investimenti che la multinazionale ha concretizzato dopo la firma del protocollo di intesa di cinque anni fa. E’ stato abbandonato il ciclo tradizionale della produzione di idrocarburi, per concentrarsi su quello dei carburanti sostenibili. Un lungo percorso, che inevitabilmente ha ridotto l’apporto di lavoratori, soprattutto nell’indotto. Dopo l’avvio della green refinery, dovrebbe essere la volta dell’impianto Btu. Sono state settimane di forte incertezza, invece, per un altro investimento del gruppo, quello sulla base gas. E’ stato rilasciato il parere della soprintendenza regionale, ma adesso tocca al ministero emettere la proroga Via per lavori che vengono ritenuti fondamentali, anche in termini di occupazione, come più volte sostenuto dai sindacati del settore. “Per la riconversione della raffineria sono stati spesi 275 milioni di euro, a cui si vanno ad aggiungere ulteriori 47 milioni per attività propedeutiche, per un totale di 322 milioni di euro – si legge in una nota ufficiale del gruppo risalente a luglio – in termini di occupazione, a oggi stanno lavorando nel cantiere della bioraffineria circa 800 risorse prevalentemente locali, circa il 90 per cento, di cui circa 120 impiegate in attività di ingegneria e project management. Complessivamente, nei cantieri in corso all’interno del sito industriale, includendo anche le attività di risanamento ambientale, manutenzione e di miglioria e modifica, attualmente sono impiegate circa 1600 persone dell’indotto locale”.
In più occasioni, il presidente di Raffineria Francesco Franchi ha parlato del cambio di passo deciso dall’azienda in termini di sostenibilità ambientale, soprattutto dopo quanto accaduto in passato. “La petrolchimica l’abbiamo trasformata in industria compatibile. Altri 330 milioni di euro sono destinati al bio refining e 25-30 milioni alle biomasse per sostituire l’olio di palma – ha spiegato durante un incontro pubblico tenutosi a fine luglio in municipio – ci mettiamo la nostra cultura. Quelli realizzati nel sito locale sono tutti brevetti di Eni. Gela avrà una lavorazione doppia rispetto a Venezia. Eni è conscia di quanto accaduto in passato e siamo attenti all’economia circolare”.