Gela. Delle zone economiche speciali si sono perse le tracce, il Contratto istituzionale di sviluppo è stato giusto un sussulto o poco più e anche sul nuovo bando per l’area di crisi complessa tutto tace. Non è solo politica, ma ci sono tanti dossier che con il cambio di governo rischiano seriamente di affondare, con le inevitabili conseguenze per la città che attende, all’infinito. I dem, fino a pochi giorni fa, avevano il filo diretto con l’ex ministro Giuseppe Provenzano, che però non è stato confermato. Ora, il dicastero per il Sud è guidato dalla forzista Mara Carfagna. Per mesi, il segretario provinciale Peppe Di Cristina ha potuto confrontarsi con un ministro che ora non c’è più. C’è stato un dialogo “istituzionale” con il sindaco Lucio Greco, anche dopo l’addio alla maggioranza “arcobaleno”, ma favorito proprio dal contatto che i democratici locali avevano con Provenzano, che dal momento dell’insediamento ha premuto sulle Zes (ad oggi non se ne sa nulla) e negli ultimi mesi sul Contratto istituzionale di sviluppo (che futuro avrà non è facile capirlo). Il ministro democratico non ha riavuto il posto e probabilmente i dem locali perdono una dote importante da mettere sul tavolo di un sindaco che non si è mai veramente sbilanciato sul possibile rientro del Pd in giunta, anzi ha fatto capire che certi comportamenti dei democratici in consiglio comunale non favoriscono per nulla il dialogo. La nuova segreteria cittadina affidata a Guido Siragusa (altra pratica che si trascina da mesi e che è nota ormai praticamente a tutti) dovrà mettersi sulle spalle tanti interrogativi piuttosto consistenti. I rapporti del recente passato tra l’ex consigliere comunale e il sindaco non sono mai stati idilliaci (fu Greco a depennare il nominativo di Siragusa dalla lista dei potenziali assessori della sua giunta la notte precedente al deposito ufficiale). Tra i due non corre buon sangue.
Chiaramente, su tutto ci sarà la parola finale di Di Cristina e del suo gruppo di riferimento, che stanno valutando gli effetti “collaterali” del rapporto con Greco e con una maggioranza, che ha sempre visto con molta diffidenza la presenza democratica, anche quando il partito ha fatto parte integrante della giunta. Equilibri politici che però devono fare i conti con quello che sta accadendo a Roma, dove tra le altre cose, al ministero dello sviluppo economico è appena arrivato il leghista Giancarlo Giorgetti che ha preso la poltrona del grillino Stefano Patuanelli, molto vicino al senatore Pietro Lorefice. Patuanelli adesso guida il dicastero dell’agricoltura e un leghista al ministero dello sviluppo economico potrebbe essere un’altra incognita non da poco, visto che i salviniani in città sono opposizione intransigente a Greco e alla sua giunta. Dalle stanze del ministero dello sviluppo economico devono ancora arrivare risposte concrete sul nuovo bando per l’area di crisi locale. Poco meno di 25 milioni di euro, ancora attendono. Non sono mai stati usati per investimenti a livello locale. Lorefice, dal suo insediamento in Senato, ha sempre mantenuto rapporti istituzionali con la giunta, facendo da tramite politico con il ministero dello sviluppo economico e informando l’amministrazione comunale (sempre comunque mantenendo le dovute distanze politiche). Pensare ad un’interlocuzione locale con la Lega è praticamente impossibile, visti i rapporti tra il sindaco e chi rappresenta i salviniani all’assise civica. Tanti quesiti sono ancora senza risposte e devono essere verificati tutti i pesi che ognuno metterà sulla bilancia della convenienza politica.