Gela. Fu il figlio, dopo diversi anni, a raccontare quanto sarebbe accaduto mentre si trovava a vivere, in città, insieme al padre. Incarico ad un perito. Presunti abusi sessuali imputati proprio all’uomo, un sessantenne, adesso a processo davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni e Ersilia Guzzetta. Proprio i giudici hanno accolto la richiesta avanzata dai legali di fiducia dell’imputato, gli avvocati Francesco Castellana e Samantha Rinaldo. Sarà un perito, che ha appena ottenuto l’incarico, a valutare la capacità di intendere e di volere dell’uomo. Lo specialista effettuerà tutte le necessarie valutazioni e sarà successivamente sentito in aula. Già in fase di udienza preliminare, il gup aveva autorizzato una prima perizia psichica, chiesta sempre dai difensori. In quel caso, però, l’esperto nominato riscontrò solo una parziale incapacità, ammettendo comunque che l’uomo, in molte occasioni, avrebbe difficoltà nel distinguere fatti e persone. La difesa ha sempre spinto per l’eventuale dichiarazione dello stato d’incapacità di intendere e di volere. Stando ai legali, l’uomo avrebbe difficoltà a ricordare fatti e riconoscere persone, anche quelle a lui più vicine.Tutto nacque dalla denuncia sporta da alcuni familiari dopo che il figlio, intanto trasferitosi fuori dalla Sicilia, iniziò a fare delle prime rivelazioni circa presunti abusi sessuali subiti dal padre che si era separato dalla moglie. Da anni, i due non hanno più alcun tipo di rapporto. Adesso, si attende l’esito della perizia che verrà redatta dallo specialista scelto dai giudici.