Gela. Quindici anni di reclusione per l’operatore gelese Vincenzo Biundo, accusato di violenze ai danni degli ospiti delle comunità per disabili psichici della cooperativa “Azzurra”. La richiesta è stata indicata, questa mattina, dal pm della procura di Caltanissetta, nel giudizio abbreviato che è in corso a seguito dell’inchiesta che lo scorso anno portò i carabinieri ad accertare vessazioni e vere e proprie violenze subite dagli ospiti dei due centri, che la coop gelese aveva avviato a Serradifalco. Sette anni di reclusione, invece, sono stati chiesti per un’altra operatrice, Rosa Anna Milazzo, che a sua volta avrebbe avuto pesanti responsabilità, almeno rispetto a quanto ricostruito dall’accusa. Le difese, rappresentate dagli avvocati Carmelo Tuccio e Amedeo Aquilino, hanno optato per il rito abbreviato. I carabinieri, dopo un primo controllo, decisero di approfondire la situazione che si registrava all’interno delle due strutture. Furono collocate delle videocamere nascoste e così è stato possibile risalire ad una quotidianità fatta di privazioni e violenze. Gli ospiti non avrebbero avuto neanche il necessario per il vitto. A Biundo viene inoltre addebitata la violenza sessuale su un’ospite del centro. Entrambi gli imputati, già sentiti dal gup, hanno ridimensionato i fatti, che invece per la procura sono molto gravi.
E’ stato rinviato a giudizio l’imprenditore Rocco Giovanni Scordio, che ne risponderà in dibattimento. E’ ritenuto referente principale delle cooperative. In entrambi i procedimenti, sono parti civili due ex pazienti, che erano stati collocati a Serradifalco. Sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra e Ivan Bellanti. Per i legali, gli imputati avrebbero portato avanti condotte a discapito delle esigenze dei pazienti, arrecandogli danni consistenti, anche da un punto di vista fisico. La decisione, a seguito delle conclusioni che verranno esposte dalle difese, dovrebbe arrivare a fine mese.
Buttate le chiavi . Spero succedano ai loro genitori quello fatto a questi signori !!!