Gela. Minacce, anche con armi che aveva a disposizione. Sono pesanti le accuse che i pm della procura muovono ad un quarantaquattrenne, che nelle scorse settimane ha subito l’aggravamento della misura, con la detenzione in carcere. Davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, deve rispondere delle violenze all’ex moglie, una donna trentanovenne. Il dibattimento è stato aperto. I fatti si sarebbero protratti nel tempo e i poliziotti del commissariato intervennero, dopo la denuncia della vittima. E’ emerso un quadro investigativo, ritenuto preoccupante. Il quarantaquattrenne, ora imputato, avrebbe minacciato un familiare dell’ex moglie, con una pistola. Pare avesse anche un coltello. Inoltre, i poliziotti hanno sequestrato diverse munizioni. Tutti elementi che hanno portato al processo. La donna e alcuni familiari si sono costituiti parti civili, con i legali Salvatore Incardona e Francesco Incardona.
L’imputato, invece, è difeso dall’avvocato Salvatore Manganello. In base alle accuse, non si sarebbe fermato neanche davanti ai figli e agli stessi familiari della donna. Sarebbe arrivato a denunciare la scomparsa di uno dei figli, solo per addossare responsabilità sulla consorte. La donna, che ha denunciato, verrà sentita in aula.