Gela. Pregare ed essere solidali, in silenzio e nel raccoglimento più profondo è l’invito che don Giorgio Cilindrello ha rivolto ai partecipanti alla veglia che si è tenuta venerdì sera presso la parrocchia San Sebastiano Martire.
Un’invocazione a disarmare i cuori, per non cedere alle logiche della violenza e della sopraffazione. È la preghiera, la lingua di Dio e strumento universale per dire no alla guerra che accomuna tutte le comunità cristiane del mondo, un’invocazione a Dio ma è anche una protesta. È un grido di dolore per i bambini che mai avrebbero dovuto conoscere questo orrore.
”La guerra non è solo inutile, immorale, ma diabolica. Pregare è quello che ora possiamo fare per non rassegnarci mai alla guerra”, spiega don Giorgio Cilindrello.
Intenzioni e auspici rivolte ai potenti del mondo, “affinché convertano le loro menti e i loro cuori aprano realmente le porte del dialogo e della diplomazia, agiscano per il bene effettivo della gente, soprattutto dei più poveri e indifesi”. Il momento di preghiera è stato fortemente voluto dai giovani della parrocchia, sempre più scossi dalla situazione di guerra che continua ad investire l’Ucraina, a cui hanno contribuito con poesie, disegni e slogan.
Le tante manifestazioni per la pace di questi giorni sono un segno inequivocabile di un anelito di bene davvero condiviso, oltre che di solidarietà diffusa.
Andatelo a dire a quel criminale di Zelensky che perseguita la parte russofona dell’Ucraina, li ammazza, li brucia, fin dal 2014. Ipocriti. Putin li sta liberando dalla dittatura. Ma ormai il mondo va al contrario. Come disse Orwell: la guerra è pace, l’ignoranza è forza, la libertà è schiavitù.