Gela. Le immagini registrate da diversi sistemi di videosorveglianza della zona diedero riscontri ai poliziotti della scientifica e agli investigatori che avviarono indagini dopo l’incendio di una vettura, abitualmente in uso ad una funzionaria del tribunale. Secondo i pm della procura, il rogo però sarebbe stato deciso per contrasti sorti tra l’imprenditore Nunzio Di Caro e il marito della donna. Le ipotesi investigative fanno riferimento a dissidi in ambito lavorativo. Le fiamme sarebbero state appiccate da un cittadino romeno, Ion Baltag. Ieri, due poliziotti che effettuarono gli accertamenti tecnici e le verifiche, sono stati sentiti davanti al giudice Eva Nicastro. A processo, sono proprio l’imprenditore e il cittadino romeno, difesi dagli avvocati Giacomo Ventura e Angelo Cafà. I testimoni hanno risposto alle domande dei legali e del pm Gesualda Perspicace. Secondo le difese, però, non ci sarebbero elementi oggettivi per ricondurre quanto accaduto ai due imputati. Le immagini vennero estrapolate da sistemi di videosorveglianza, collocati nella zona tra via Generale Cascino e piazza Mattei.
Si vedrebbero anche la sagoma dell’incendiario e dopo pochi istanti i bagliori del rogo, che distrusse la vettura. I proprietari dell’automobile sono costituiti parti civili, rappresentati dall’avvocato Antonio Gagliano. Denunciarono i fatti.