Gela. Quindicimila euro al giorno, 350 mila euro al mese e 4,2 milioni di euro annui. Sono questi i numeri del contratto milionario che l’istituto di vigilanza “Sicurezza Italia” gestisce in tutta la regione per il solo committente Eni e che dovrebbe cedere a seguito della revoca della licenza ordinata dal prefetto di Catania. Il passaggio a tutela dei 700 vigilantes avverrà solo dopo una trattativa con le organizzazioni sindacali.
L’appetibile contratto, in scadenza ad ottobre grazie ad una proroga di un anno, in città garantisce occupazione stabile a sessanta guardie giurate che continuano ad effettuare, fino a disposizioni ufficiale della prefettura, servizio di portineria e vigilanza esterna nei siti del gruppo Eni della Raffineria, Enimed e Green Stream.
Oggi in prefettura si è svolto il secondo tavolo di lavoro di trattazione dell’emergenza “Sicurezza Italia”. L’8 marzo si terrà il terzo. “Abbiamo incontrato il vice prefetto – assicura Concetta La Rosa, segretaria Filcams Cgil – e evidenziato che il sistema di vigilanza, almeno a Catania, necessita regole più chiare soprattutto per quanto riguarda l’aggiudicazione delle gare. Nei prossimi 30 giorni dobbiamo trovare una soluzione capace di salvaguardare i lavoratori della società Sicurezza Italia garantendo continuità sia alle commesse pubbliche che a quelle private. In quest’ultimo caso la questione sembra più complicata. Stiamo cercando di avere un quadro più complesso. Sappiamo che si tratta di una vertenza singolare, proprio perché la Sicurezza ha circa 700 dipendenti in tutta la Sicilia. Ecco perché diventa opportuno avere una regia unica”.
Intanto, i vertici della società Sicurezza Italia, come confermato ieri da Filippo Sberna, titolare dell’istituto di vigilanza, assicurano di non avere ricevuto alcuna nota ufficiale e soprattutto di revoca della licenza. Infatti, nonostante i tavoli in prefettura, i vigilantes della società di Raddusa proseguono regolarmente il loro lavoro, garantendo la copertura di tutti i servizi.
Sicurezza Italia : a Palermo ci sono 9 guardie che aspettano gli stipendi di Dicembre2017 e Gennaio 2018 mentre a tutti gli altri li hanno pagato ,non sappiamo qual’e il motivo , come puo andare avanti un istituto del genere che ha messo tante famiglie nei guai ,nonostante tutti i solleci anche dal nostro avvocato ,non vogliono neanche inviarci le buste paghe di Dicembre2017 e Gennaio 2018 VERGOGNA
Prendetevela col politico che vi ha raccomandato.
ti assicuro che non ci ha raccomandato nessun politico siamo finiti in questo istituto per cambio di appalto ,questi istituti non dovrebbero neanche esistere