Veicolazione pasti, tante incertezze per i lavoratori: sit in insieme al sindacato

Chiedono trasparenza, rispetto degli accordi e il ripristino delle condizioni lavorative precedenti

05 luglio 2025 10:13
Veicolazione pasti, tante incertezze per i lavoratori: sit in insieme al sindacato  - I lavoratori davanti all'ospedale Vittorio Emanuele
I lavoratori davanti all'ospedale Vittorio Emanuele
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Gela.  Contratti dimezzati, certezze cancellate, lavoratori esclusi. È la fotografia della crisi che in questi giorni sta colpendo gli operatori della veicolazione pasti negli ospedali “Sant'Elia” di Caltanissetta e “Vittorio Emanuele” di Gela. Una vicenda che ha il sapore amaro della precarietà.
Tutto nasce dal passaggio di gestione del servizio mensa dalla società uscente Human Gest alle nuove aziende subentranti: Siristora e Vivendo. Un cambio che, almeno sulla carta, doveva tutelare i lavoratori garantendo continuità occupazionale e contratti a tempo indeterminato, come stabilito in un verbale d’accordo. Ma la realtà è ben diversa. Invece di certezze, sono arrivati contratti ridotti, passaggi forzati alle agenzie interinali, e addirittura l’esclusione completa di alcuni dipendenti, soprattutto quelli con maggiore anzianità. Il risultato: decine di famiglie improvvisamente senza un futuro chiaro.
Ieri, gli operatori hanno deciso di farsi sentire. Sostenuti dalla Filcams Cgil, hanno organizzato un sit-in di protesta proprio davanti all’ospedale. Chiedono trasparenza, rispetto degli accordi e il ripristino delle condizioni lavorative precedenti. Ma non sono solo i lavoratori a pagare il prezzo della riorganizzazione. A risentirne sono anche i pazienti. I disservizi nella distribuzione dei pasti cominciano a farsi sentire nei reparti: ritardi, mancanza di personale, confusione nelle consegne.
Una situazione che, se non risolta in tempi rapidi, rischia di compromettere non solo diritti contrattuali, ma anche la qualità stessa del servizio sanitario offerto agli utenti più fragili: i degenti.
La vertenza è aperta. E mentre si attende una risposta dalle aziende e dalle istituzioni sanitarie, resta forte la voce di chi oggi chiede solo una cosa: dignità e lavoro.

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