Ustionato in fabbrica, il processo a quattro imputati Eni prosegue: sì dal giudice

 
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Gela. Devono rispondere di lesioni colpose a causa delle ustioni subite, durante il turno di lavoro, da un operatore impegnato tra gli impianti della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.

Il processo a carico di tre responsabili dell’azienda, compreso l’ex amministratore delegato Bernardo Casa, prosegue nonostante l’eccezione di non procedibilità sollevata dall’avvocato Attilio Floresta, difensore della società raffineria di Gela spa, finita nella lista degli imputati.
Stando alla linea difensiva, infatti, sarebbe mancata la querela necessaria a dare il via all’intera attività d’indagine e al successivo procedimento penale.
Un’eccezione sollevata prima dell’avvio del dibattimento e fatta propria dagli altri difensori, gli avvocati Gualtiero Cataldo, Piero Amara e Alessandra Geraci.
Il giudice Manuela Matta, però, ha detto no all’eccezione, disponendo l’apertura del dibattimento. L’operatore che subì ustioni alle braccia e alle gambe ha scelto di costituirsi parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra che, invece, ha messo in luce la regolarità dell’intera procedura. Una tesi accolta anche dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro.
Il processo, quindi, prosegue. A rispondere alle accuse, oltre all’ex ad Bernardo Casa e alla stessa società raffineria di Gela, sono il funzionario Marcello Tarantino e il tecnico Aurelio Faraci. Adesso, però, il processo passerà ad un nuovo giudice. La prossima udienza è già stata fissata per il 23 gennaio.

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