Gela. Vogliamo affrontare, oggi , il problema della questione meridionale con maggiore incisione.
Ogni politico e ogni uomo di cultura si vergogna di affrontare questo problema, o per ipocrisia nel caso di storici meridionale, o per incultura e tornacontismo, nel caso di politici di varia natura.
Così Salvatore Quasimodo si esprimeva in una sua opera: Oh, il Sud è stanco di trascinare morti/in riva alle paludi di malaria/è stanco di solitudine, stanco di catene/è stanco nella sua bocca /delle bestemmie di tutte le razze/ che hanno urlato morte con l’eco dei suoi pozzi/che hanno bevuto il sangue del suo cuore e ancora: “Uomo del nord… spera che io domani non giochi con il tuo cranio giallo per le piogge”.
Noi uomini di questa generazione malavitosa, abbiamo timore ad affrontare per chiarire le nostre origini e la nostra storia e ci vergogniamo perché i ladri Piemontesi che hanno fatto l’Italia unita, hanno distrutto un mezzogiorno florido e culturalmente più progredito in tutti i campi dello scibile umano, rispetto ad un’Italia del nord sotto la dominazione Austriaca compressa ed umiliata.
Quante volte, abbiamo sentito dire: Noi del nord siamo la parte produttiva del paese e a seguire la litania: “ci siamo stancati di dare i nostri soldi agli altri”, “basta col sud parassita” ”si rimbocchino le maniche anche loro”.
Una litania targata lega nord, ma comunque un sentimento abbastanza diffuso lassù che ormai è logica del parlare del meridionale ignorante, che non vuole conoscere i fatti storici e si limita a leggere un pò di storiografia dei nostri storici prezzolati.
Il sud deve liberarsi dal virus iniettato in 150 anni di unità d’Italia, il virus di colpe tanto attribuite da essere state fatte proprie dalle vittime fino al punto di vergognarsene.
Chi sa se un settentrionale o meridionale sa che se non ci fosse il sud, l’Italia non avrebbe più della metà della benzina o del cherosene o del diesel per le sue auto, i suoi treni, le sue navi e tutti gli aerei costruiti nel paese, se non ci fosse il sud, non esisterebbero.
Queste le osservazioni fatte da uno storico meridionale vero: Lino
Patruno, nel suo testo “Ricomincio da Sud”:
E ancora vediamo come si è sviluppato il lavoro nel sud, in campo aeronautico e dell’avionica di altissimo livello . Al Fusaroe in Giugliano, in Campania e a Taranto, a Selex si allestiscono sistemi radar, software per il volo, assieme di microelettronica.
Anche per le energie rinnovabili e alternative il sud ha una posizione di primato, con la Sicilia prima per il fotovoltaico (sole), la Puglia prima per l’eolico , la Calabria prima per le biomasse (residui vegetali), sono tutti investimenti tedeschi, statunitensi , cinesi, sudafricani e spagnoli.
E infine il gas:arrivano in Sicilia i due grandi metanodotti dall’Algeria e dalla Libia, un’altro in costruzione fra l’Algeria e la Sardegna e un ultimo, che raggiunge la Puglia dall’Albania.
Che succederebbe se i lavoratori del sud decidessero un giorno di fare gli improduttivi bloccando tutto?
Visto che siamo la palla al piede dei nordisti produttivi, perché dovremmo continuare a lavorare per il nord?
Prendiamo coscienza delle nostre condizioni, storiche culturali e cerchiamo di essere indipendenti dai nordisti e lavorare i nostri prodotti con priorità e correttezza.
Noi del sud, siamo stati definiti, briganti, mafiosi, camorristi,’ndranghetisti, perché a noi questi appellativi ci provengono dalla cultura della magna Grecia, dalla cultura dei Fenici, dei Romani, mentre il nord Italia che proviene dalla cultura dei Celti, dei Volsci, degli Eruli, degli ostrogoti, dei Goti, degli Unni con Attila, dei Lanzichenecchi e di tutti i barbari dell’Europa del Nord e dell’Asia occidentale, non sono stati minimamente influenzati dalla cultura evoluta di questi popoli.
Questi discorsi, scandalizzano la maggioranze della popolazione meridionale, che seguendo pedissequamente le direttive della politica venduta alla massoneria dominante in Europa vuole trattare gli argomenti che sembrano più impellenti, occupazione, debito pubblico, lavoro, sviluppo economico etc. Ma non ci rendiamo conto che se non prendiamo coscienza delle nostre origine e della nostra realtà storica ogni proposta è inutile e vana. Perché i politici sono autorizzati a rubare solamente, senza curarsi degli interessi delle popolazioni per il quieto vivere dei nostri colonizzatori.