Un'opera di Iudice nella locandina dello spettacolo su Franca Viola
Usata una delle opere di Iudice
Gela. L'opera dell'artista gelese Giovanni Iudice, “Seduta di fronte”, del 2004, è l'oggetto della locandina dello spettacolo teatrale “L’altro ieri”, inserito nell'ambito del "Fringe Catania off international festival edizione 2025". E' il festival di arti performative indipendenti i cui direttori artistici sono Francesca Vitale e Renato Lombardo (per Milano). In questi giorni a Catania-Teatro Hernandez . Già approdato a Broadway e Milano. Liberamente ispirato alla storia vera di Franca Viola, la prima donna in Italia a rifiutare un “matrimonio riparatore” negli anni Sessanta, L’Altro Ieri racconta un atto privato di ribellione che divenne svolta pubblica: l’inizio di un cambiamento culturale e giuridico culminato con l’abolizione del delitto d’onore (1981). Monologo di teatro civile e poetico, L’Altro Ieri, affronta uno dei temi più urgenti del nostro tempo – la violenza di genere – attraverso uno sguardo indipendente, profondo e umano, restituendo dignità e complessità sia alle figure femminili che a quelle maschili, senza cedere a semplificazioni. Il racconto si basa su fatti di cronaca realmente accaduti ad Alcamo (Trapani), a metà anni ’60. La protagonista Franca Viola, allora 17enne, rifiutò le nozze dopo la violenza sessuale subita da Filippo Melodia, al tempo, suo fidanzato. Un gesto di coraggio e ribellione, all’epoca, verso quella parte di società maschilista e chiusa. Un gesto di coraggio e ribellione che ha rappresentato in Italia il punto di partenza per l'abrogazione della rilevanza penale della causa d’onore; l’Italia si sbarazza in un sol colpo di “matrimonio riparatore” e di “delitto d’onore”. Legge 442 del 5 agosto del 1981, una data storica grazie al leggendario coraggio di Franca Viola. Un gesto di rivolta fondamentale amplificato da un pensiero collettivo. Franca Viola è il simbolo dell'emancipazione delle donne italiane e della crescita civile dell'Italia nel secondo dopoguerra. Al centro dello spettacolo una giovane attrice che interpreta cinque personaggi in uno spazio ristretto che diventa un mondo. La funzione principale è l’intima relazione emotiva con il pubblico. Una drammaturgica su tre punti di vista: la donna e l’uomo entrambi parti in causa, il vocio del paese e degli astanti e la modulazione del sentire di dell’attrice, che interpreta tutti punteggiando i fatti salienti, esprimendo la roccaforte dei diritti inalienabili della donna e non solo. L’altro ieri, ci porta alla riscoperta della storia popolare siciliana moderna con riferimento alle tradizioni culturali, popolari nel rispetto della donna, e punta ad un ampio dialogo per mezzo del teatro diffuso quale alternativa di rappresentazione in aree urbane vicinissime alle comunità. Un teatro che va al pubblico dentro non soltanto teatri, ma anche case, giardini, spazi aggregativi rionali, università e scuole così come per le consegne a domicilio. Lo spettacolo è stato costruito per consumarsi ovunque anche in spazi a volte nascosti, che diventano innovativi, annullando le dinamiche tradizionali lasciando da parte qualsiasi conformismo.
Alice Canzonieri (9 e 10 ottobre) – Attrice siciliana, formatasi presso Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA). Ha lavorato in teatro, cinema e televisione, partecipando a Il Commissario Montalbano e a L’arte della gioia di Valeria Golino.
Aurora D’Arrigo (11 e 12 ottobre) – Giovane attrice catanese, classe 2003, con esperienze in teatro e cinema. Formata in canto, recitazione e movimento scenico, ha collaborato con registi come Francesca Ferro, Alfio Belfiore, Ennio Coltorti e Salvatore Greco.
Salvatore Greco (regia e drammaturgia) – Artista poliedrico con oltre trent’anni di esperienza nel teatro ragazzi, nel teatro di comunità e nel teatro sociale. Il suo linguaggio scenico si distingue per rigore, essenzialità e forte impatto emotivo.
La narrazione si fonda su un dialogo diretto e intenso tra attrice e pubblico.
La protagonista dà voce a più personaggi – Franca, il suo aggressore Filippo Melodia, la comunità – restituendo voci, silenzi e riflessioni legati a una vicenda che ha segnato la storia civile italiana.
Lo stile è sobrio e privo di orpelli, con echi di teatro di parola contemporaneo.
La parola scenica si alterna a suggestioni musicali, tra cui brani tratti da Sangu me di Myriam Lattanzio, che amplificano la risonanza emotiva del racconto.
11.9°