Uno scultore che ha scritto la storia: la leggenda che ha plasmato Caltanissetta per sempre
Scopri la vita e le opere di Michele Tripisciano, il grande scultore di Caltanissetta: dal mito del Tritone al museo, fino alla curiosità che cambiò tutto.

Michele Tripisciano, nato a Caltanissetta il 13 luglio 1860, è stato un gigante della scultura italiana tra ‘800 e ‘900. Figlio di un vasaio, il giovane Michele dimostrò precoce talento nella modellazione della creta, tanto da attirare l’attenzione dei mecenati locali che gli aprirono le porte di Roma, dove divenne allievo prima nello storico Ospizio San Michele e poi nella bottega del celebre Francesco Fabi Altini . Fu così che il “bambino della Saccarella” divenne il Maestro della classicità italiana.
Nel 1884 ottenne la medaglia d’argento all’Accademia di San Luca con Caio Mario sulle rovine di Cartagine e nel 1890 vinse il Primo Premio della Esposizione delle Belle Arti USA con il bozzetto di Cristoforo Colombo. Fu insignito di prestigiosi riconoscimenti: Cavalierato dell'Ordine della Corona d’Italia (1900) e dei Santi Maurizio e Lazzaro.
Il ritorno a Caltanissetta e l’eredità immortale
Tornato a Caltanissetta nel 1913, morì il 21 settembre nella sua casa di via Ciantro Marrocco. Nella sua volontà testamentaria donò alla città – bozzetti, gessi, marmo e bronzo – con l’invito a creare un museo che potesse ispirare le generazioni future. Il Museo Tripisciano, allestito nelle sale di Palazzo Moncada dal 2010, espone 71 opere, tra cui Orfeo in marmo, un capolavoro introspettivo che per eccellenza rappresenta la fusione tra classicità e raffinata espressività emotiva.
La Fontana del Tritone, visibile in Piazza Garibaldi a Caltanissetta, è forse l’opera più celebre e visitata: scolpita in gesso dallo stesso Tripisciano nel 1890, fu trasformata in bronzo nel 1955, dopo la fusione curata dall’arch. Averna. Il tritone che doma un cavallo marino, assalito da due mostri, è oggi simbolo mitico della città.
Il lascito eterno
Tripisciano firmò opere non solo a Caltanissetta ma anche a Roma – spiccano il monumento a Belli (1913) e numerosi busti nelle istituzioni – ma è a Caltanissetta che la sua memoria sopravvive, grazie alla piazzetta a lui dedicata (1922), alla scultura monumentale nel cimitero degli Angeli e alla donazione del crocifisso nella Chiesa di Santa Lucia, sopravvissuta ai bombardamenti del 1943.
Curiosità
Nel 1866, Tripisciano fu coinvolto in un incidente da cui rischiò di perdere la vista; guarito miracolosamente, mantenne per tutta la vita una devozione profonda per Santa Lucia e donò un imponente crocifisso in bronzo alla chiesa a lei dedicata, che ancora oggi si ammira intatto.