Gela. La corsa verso i fondi della programmazione 2021-2027 è iniziata, per la verità, con il freno tirato. L’Unione dei Comuni, composta da Gela, Niscemi e Butera, è sorta da un’iniziativa varata quasi in anticipo rispetto al resto dell’isola. L’Area urbana funzionale però attende risposte anzitutto dalla Regione. I tre consiglieri comunali gelesi, Giorrannello, Alabiso e Irti, si sono insediati in settimana, aggiungendosi ai colleghi niscemesi e buteresi. Il presidente del consiglio Di Menza è stato chiaro nel richiedere che siano i tre sindaci a fare un’operazione verità, nel tentativo di capire se il fondo da oltre ottanta milioni di euro per i progetti sia ancora una realtà concreta. I primi cittadini Di Stefano, Conti e Zuccalà, nei prossimi giorni, cercheranno di riprendere in mano l’intero andamento di un percorso ancora incerto. Una nuova seduta di consiglio è fissata per il 10 settembre ed è probabile che per quella data ci sia già il presidente della giunta dell’Unione. Il dialogo fra i tre sindaci non pare risentire di tensioni politiche. Conti lo ha confermato nel corso della seduta di questa settimana. “Ormai siamo pronti ufficialmente – spiega Di Stefano assente per la missione istituzionale a Roma – dobbiamo mettere in piedi la struttura, al momento è deficitaria. Ogni Comune deve fare la propria parte. Il nostro ente ha già mille difficoltà e non può continuare a sopperire. Chi ha, metta in campo. La Regione però deve dare rassicurazioni in merito. Non possiamo affrontare la programmazione 2021-2027 solo all’ultimo momento come capitò con Agenda Urbana”. Di Stefano, da assessore della giunta Greco, si occupò proprio del tema dei sistemi di finanziamento e della nuova programmazione, spingendo forte su questo pedale amministrativo. “C’è un presidente del consiglio dell’Unione che è stato eletto e ci sono nove consiglieri – precisa – tocca a loro. Il mio supporto non mancherà mai. Con gli altri sindaci ne abbiamo già parlato”.
La Regione, anzitutto per questioni organizzative, non sta accelerando. Il tema è passato per competenza all’assessorato enti locali, come ha riferito il dirigente Antonio Collura. Dopo circa un anno, si attende la formalizzazione dell’accordo di programma e la piena conferma della territorializzazione delle risorse. Con una struttura adeguata, nella quale collocare pure le dodici figure esterne autorizzate (il Programma nazionale di assistenza tecnica Capacità per la Coesione 2021-2027 deve emettere gli avvisi), si potrebbe intraprendere la strada giusta, con una sorta di piena autonomia dell’Unione, con risorse territorializzate e probabilmente con maggiore agilità decisionale per i progetti. Prima serviranno segnali netti, anzitutto da Palermo.