Gela. Quale possa essere il futuro dell’Unione dei Comuni, per i finanziamenti del nuovo ciclo 2021-2027, non è ancora così chiaro. Alcuni punti fermi però iniziano ad essere formalizzati. Come abbiamo già riferito, la Regione ha “ammesso” l’Unione composta dai Comuni di Gela, Niscemi e Butera. La presidenza della giunta è andata al primo cittadino niscemese Massimiliano Conti. Il segretario generale sarà la dottoressa Carolina Ferro, che riveste lo stesso incarico a Palazzo di Città. Ci sarà comunque una turnazione periodica. Il coordinamento verrà manutenuto dal dirigente Antonino Collura. Palermo ha inoltre rilasciato un decreto che attribuisce poco più di centomila euro all’anno, fino al 2026, proprio a tutte le Unioni siciliane, compresa quella territoriale, tra le prime ad essere stata costituita. L’altro aspetto ancora da formalizzare era quello della strategia territoriale dell’Area urbana funzionale. Si tratta della pianificazione degli investimenti e della destinazione dei fondi in ballo, fino a circa ottanta milioni di euro. Il dipartimento della programmazione, con la firma del dirigente generale Vincenzo Falgares, ne ha “preso atto”. Si chiude un’attesa di oltre un anno, dato che gli atti erano stati trasmessi a Palermo nel giugno del 2023, ancora durante la sindacatura Greco. Per un lungo lasso di tempo, si è protratta una stasi che ha messo in discussione ogni ipotesi concentrata sull’Unione dei Comuni, che intanto si è dotata di un consiglio, con nove esponenti. Manca ancora una vera e propria struttura operativa e di governance dei processi e degli iter da portare avanti.
E’ probabile che la spinta più importante possa arrivare dalla procedura di selezione dei professionisti esterni, attualmente alle battute iniziali. Andranno a collocarsi anche nella struttura locale dell’Unione dei Comuni. Più in generale, le vere incognite sono le coperture finanziarie, dato che i Comuni di Gela e Niscemi attraversano una fase di dissesto e gli stanziamenti regionali non sembrano per nulla sufficienti. I sindaci Conti, Di Stefano e Zuccalà, non vogliono perdere il treno dei finanziamenti ma non sarà affatto semplice districarsi tra difficoltà pratiche e scarsità di fondi.