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Un'azienda inglese guarda al progetto "Ciliegino", parla il manager: "Potremmo concretamente pensarci"

Gela. Da mesi, ormai, è sceso del tutto il silenzio sul maxi progetto del polo agro-fotovoltaico, che sette anni fa era stato lanciato da Agroverde, con risultati fallimentari. I cantieri veri e propr...

A cura di Redazione
15 ottobre 2019 20:32
Un'azienda inglese guarda al progetto "Ciliegino", parla il manager: "Potremmo concretamente pensarci" - Le aree dell'ex polo "Agroverde" mai partito
Le aree dell'ex polo "Agroverde" mai partito
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Gela. Da mesi, ormai, è sceso del tutto il silenzio sul maxi progetto del polo agro-fotovoltaico, che sette anni fa era stato lanciato da Agroverde, con risultati fallimentari. I cantieri veri e propri non sono mai partiti, ad eccezione dei primi lavori di sbancamento delle aree, che hanno del tutto mutato la morfologia di una vasta zona, ricompresa tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. Nel corso del tempo, si sono susseguite le voci di aziende interessate a rilevare l’intero progetto, ma ad oggi non si muove nulla e il Comune si troverà ad affrontare il peso, non da poco, dei costi degli espropri. Tra inchieste giudiziarie e procedure mai troppo limpide, l’investimento non è stato concretizzato. La giunta del sindaco Lucio Greco, almeno per ora, non ha espresso una posizione ufficiale, limitandosi a sostenere che ci sarebbero aziende interessate. Gli ex proprietari attendono di essere indennizzati, ma a quanto pare sulle sorti del polo qualcuno potrebbe mettere gli occhi. Un interessamento, per ora solo potenziale, arriva dal manager Leonardo Montesi, che oggi guida la Tep Renewables, con sede legale a Coventry, in Inghilterra. Il ceo dell’azienda, da qualche tempo, segue le vicende del caso e non nega di stare riflettendo sul da farsi. “Un progetto in sé molto interessante, in quanto coniuga da un lato un’eccellente posizione-solarità dei terreni, con una conseguente ottima resa energetica, dall’altro, il fattore “zero consumo di suolo agricolo” – spiega – estremamente gradito dagli enti locali coinvolti. Con la possibilità di avviare produzioni agricole altamente specializzate che richiederanno un importante numero di addetti e quindi nuova occupazione. Non conosco i dettagli del progetto, ma certamente risponde alla visione che io e la mia azienda condividiamo e sul quale certamente investiremmo. Purtroppo, mi dicono che è un progetto arenato da tempo e di questo oggettivamente non comprendo i motivi”. E’ stato il manager a chiedere di poter intervenire pubblicamente, anche se in questa fase pare non abbia ancora avuto contatti con le istituzioni locali o con la cooperativa Agroverde. Le attenzioni della Tep Renewables, però, potrebbero diventare concrete. “Non conosco le vicende che hanno portato a questa stasi, sono passati ormai sette anni da allora – continua – se mi venisse offerta la possibilità di verificare concretamente la situazione e se i permessi e le autorizzazioni potessero essere trasferiti ad un nuovo ramo d’azienda, ci potrei concretamente pensare. Tep ha ricevuto mandato ad investire in progetti di questo tipo da un fondo istituzionale specializzato, che ha in programma di investire in Italia nel settore delle rinnovabili fino ad un miliardo di euro. In agosto, ho incontrato il presidente della società titolare del progetto, ma non mi è sembrato interessato a ricevere, almeno da noi, qualunque tipo di offerta”.

Quindi, un intervento di Montesi e dell’azienda che guida potrebbe esserci, solo a determinate condizioni e purché il progetto possa ancora ritenersi valido. La società sta investendo in Sicilia e il manager lo conferma. “La Sicilia è una delle regioni europee a maggior tasso di solarità, tutti vorremmo investire e Tep non fa eccezione. Abbiamo aperto recentemente un ufficio a Mazara del Vallo, nel quale impieghiamo personale locale specializzato, e in Sicilia abbiamo avviato un’interessante partnership con Enel Green Power, in ambiti anche estremamente innovativi – conclude – quello che ci preoccupa è la scarsa certezza sui tempi, che non è certamente collegata soltanto all’autorizzazione di progetti di centrali elettriche da fonti di energia rinnovabile. Quando un fondo di investimento, una banca o una qualunque società finanziaria programma un investimento, vuole sapere a monte quando e se potrà rientrare e conseguentemente avere un utile dallo stesso. Io amo la Sicilia e tutti gli anni vengo a passare qui parte delle mie ferie e proprio in questi giorni sto valutando l’acquisto di un fondo agricolo con un uliveto. Mi piacerebbe che questa bellissima regione potesse sfruttare tutto il suo enorme potenziale e vorrei sommessamente suggerire, ai fini della più assoluta trasparenza delle procedure, la creazione di una centrale unica, con funzioni di promozione degli investimenti, in capo al Presidente della Regione o ad altro soggetto unico dallo stesso delegato che diventasse l’unico, voglio ripeterlo, l’unico interlocutore dell’investitore e degli operatori ad esso collegati”. A questo punto, il gruppo britannico potrebbe aprire un nuovo fronte, in attesa di capire se quella che doveva essere una svolta economica per il territorio possa ancora avere vita.

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